Napoli, addio definitivo all'insegna Buonanno: al suo posto arrivano le pizze fritte

Napoli, addio definitivo all'insegna Buonanno: al suo posto arrivano le pizze fritte
di ​Mariagiovanna Capone
Mercoledì 29 Ottobre 2014, 17:04 - Ultimo agg. 17:06
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L'addio definitivo all'insegna Buonanno è avvenuta dopo l'estate, ma se ne sono accorti in pochi. Da qualche giorno però, in piazza Trieste e Trento 53 ne spunterà una nuova, anche se nel suo nome racchiude la storia gastronomica e sociale di Napoli: «Antiche pizze fritte di Esterina Sorbillo».



La querelle sul negozio storico creato nel 1890 è iniziata lo scorso febbraio tra il nipote di Pasquale Buonanno, Emanuele, nuovi affittuari rappresentati da Sergio Maiorino e i proprietari dell'immobile. E portata avanti a colpi di corsi e ricorsi, con la sovrintendenza che è intervenuta riconoscendo i beni in esso contenuti quale patrimonio storico, artistico e culturale della città di Napoli e con il Tar che ha smorzato gli entusiasmi di Buonanno pochi giorni dopo.



In sintesi il tribunale amministrativo regionale ha considerato i luoghi della «moda maschile che a partire dalla Bella epoque e per tutti gli anni '20 segnavano e specializzavano l'area di via Toledo e via Chiaia» assolutamente non vincolati. Inoltre, fatto ancora più importante, la richiesta della sovrintendenza di rimettere nella posizione originaria gli arredi precedentemente rimossi (e custoditi in un deposito) non è suffragata da nessuna indicazione della norma che stabilisce ciò ovvero «si ordina a un privato di ricostituire a sue spese un ambiente che non esiste più». Una sentenza impugnata proprio in questi giorni con un ricorso al consiglio di Stato da parte di sovrintendenza e direzione regionale beni Culturali, cui si è aggiungo anche Emanuele Buonanno, poiché il Tar si basa su un errore di fondo considerato che si tratta «di un luogo solo lievemente modificato ma non snaturato» e con una semplice ricollocazione tutto sarebbe tornato allo stato originario.



All'interno dell'immobile i lavori vanno avanti di gran lena e ormai manca poco all'apertura. Sulle pareti bianche saranno allestiti mobili che «rappresentano la naturalezza e semplicità a rappresentare lo spirito secolare della tradizione alimentare napoletana» e quei mobili ottocenteschi proprio non sarebbero adatti. Fatto sta che tra qualche giorno, magari proprio a poche ore dall'inaugurazione dei locali titolati alla mitica Esterina Sorbillo, le carte bollate potrebbero scrivere un nuovo capitolo.



Una vicenda che ricorda da vicino quella di un altro luogo simbolo e non solo commerciale di via Toledo, la libreria Treves: per anni al centro di un braccio di ferro giudiziario, inutili interventi della sovrintendenza, appelli e la chiusura. Treves è finita sotto i portici del Plebiscito, a morire lentamente. Qiuale fosse il suo posto non si vede neppure più. Stavolta, almeno, un nome storico ne rimpiazza un altro.