Rapina a Chiaia, fermati i presunti responsabili: entrambi 17enni

Rapina a Chiaia, fermati i presunti responsabili: entrambi 17enni
Sabato 1 Novembre 2014, 09:36 - Ultimo agg. 19:25
3 Minuti di Lettura

In casa hanno trovato la felpa e i pantaloni ancora sporchi di sangue. Sangue di chi ha reagito alla rapina: un 35enne musicista e figlio di un magistrato che ha difeso le sue amiche, minacciate con una pistola per farsi consegnare borse e cellulari, ed ha affrontato i rapinatori per fermarli.

Un gesto che gli è costato quattro coltellate inflitte, oggi la svolta, da un ragazzo di 17 anni. Sono in due, entrambi minorenni e cugini - uno figlio di un esponente di un noto clan - i malviventi fermati dalla Polizia di Stato per una rapina che, due notti fa, ha 'colpitò la zona della movida di Napoli.

Sono poco dopo le due notte quando, in via Cavallerizza a Chiaia, nel pieno centro della città, zona di baretti, il gruppetto di amici, tre uomini e due donne, esce da un locale. È allora che vengono avvicinati dai due diciassettenni.

Volto coperto, pistola in pugno l'uno, coltello l'altro, la richiesta è chiarissima: «Consegnate la borsa e i cellulari».

Il 35enne non ci sta. Si scaglia contro il rapinatore che ha la pistola: di risposta l'altro lo colpisce con quattro coltellate. Non è la prima volta che i due baby rapinatori agiscono così. Cugini, del quartiere Pallonetto di Santa Lucia, l'uno, G.B., con precedenti specifici dal 7 ottobre era stato sottoposto alla misura della permanenza in casa disposto dal Tribunale dei minorenni; cioè dalle ore 21 alle ore sette non poteva uscire di casa.

L'altro, A.E, ha anche lui predenti specifici. Entrambi due anni fa vennero fermati con la stessa accusa: il 12 agosto 2012, alle tre di notte, rapinarono infatti, con la minaccia di un coltello, due minorenni che stavano su una barca al Borgo Marinari. Per quell'episodio scattò la misura cautelare del collocamento in comunità. Due anni dopo la stessa scena, con un epilogo finanche peggiore.

Non solo. Dopo la rapina con accoltellamento, i due non si sono affatto fermati visto che cinque minuti dopo hanno messo a segno un'altra rapina, in Vico Alabardieri, vittime una coppia di amici. Sono stati gli investigatori del commissariato San Ferdinando a fermare i due minorenni, anche grazie alla descrizione fornite dalle vittime stesse. Nell'abitazione di uno dei due, che ha tentato anche la fuga, hanno trovato gli abiti con il sangue della vittima e la pistola, nascosta all'interno di una cassetta dell'Enel. Le condizioni del 35enne sono in netto miglioramento; nelle prossime ore potrebbe anche uscire dalla prognosi riservata.

Intanto sono pesanti le accuse per i minorenni: tentato omicidio, rapina aggravata plurima, porto illegale da sparo e arma bianca, il tutto in concorso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA