Furto a scuola: rubati i computer alla Don Milani
di Melina Chiapparino
Martedì 23 Settembre 2014, 11:24
- Ultimo agg. 11:35
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Un colpo progettato nei minimi dettagli e con un piano ben preciso è stato messo a segno stanotte ai danni del liceo Don Milani. L'istituto di viale due giugno è stato derubato di oltre 50mile euro di attrezzature tecnologiche e materiale di laboratorio.
Per realizzare il furto, i malviventi hanno manomesso il sistema di sicurezza di cui è dotato il plesso che è collegato direttamente con i terminali della Questura e, successivamente, si sono introdotti nelle aule dall'ingresso principale dell'edificio, senza danneggiare o forzare le finestre.
All'interno della scuola i ladri hanno fatto razzia di oltre 20 computer, in dotazione agli studenti che seguono l'inidirizzo di grafica artistica per i quali sono disponibili anche i computer Apple e accessori.
Anche i restanti laboratori, quelli linguistici, di scienze umane e architettura sono stati derubati di materiale didattico, attrezzature tecnologiche, tastiere e monitor.
«Il danno che è stato procurato riguarda tutta la comunità, non solo scolastica ma è un veleno iniettato nel corpo dello Stato - tuona Angela Viola, dirigente del liceo impegnata ogni anno in progetti per la legalità - i notri studenti hanno bisogno dei copmputer per formarsi nella loro crescita personale e professionale, adesso vogliamo capire come restituire a loro il diritto di cui somno stati privati».
Per il momento le lezioni sono sospese e la dirigenza scolastica comunicherà attraverso il sito del liceo la data per la ripresa delle lezioni.
Infine Angela Viola rivolge un appello a chiunque possa in quiesto momento risolevvare la scuola in ginocchio.
«ll Sindaco De Magistris ha partecipato alle nostre manifestazioni per la legalità, la sicurezza steradale e contro l'abuso di alcool- conclude la dirigente- ora abbiamo bisogno di un aiuto per continuare a svolgere la nostra azione educativa e di tutela del territorio, chiediamo aiuto perchè non siamo in grado di recuperare le risorse che ci hanno rubato».
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