Napoli, visita di Barroso al Mattino
«Avanti con le riforme, bene il Job Act»

Napoli, visita di Barroso al Mattino «Avanti con le riforme, bene il Job Act»
di Marco Piscitelli
Sabato 11 Ottobre 2014, 08:53 - Ultimo agg. 14:49
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Il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha incontrato questa mattina la redazione del Mattino. Il presidente è giunto in via Chiatamone alle ore 9.30. Ad accoglierlo il direttore del quotidiano, Alessandro Barbano. Barroso ha incontrato i giornalisti ed ha risposto alle domande nella sala Siani.

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Il direttore Barbano ha introdotto l'incontro dopo aver fatto un bilancio della situazione economica italiana ed europea. Barroso, dopo aver ringraziato Il Mattino per l'invito ha iniziato a rispondere alle domande.

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La crisi. «Stiamo vivendo grandi difficoltà» ha dichiarato Barroso. «È giusto dire che questo è un momento difficile, viviamo una crisi profonda finanziaria. Una delle principali conseguenze è che è stata messa a rischio la solidarietà. Tra tante difficoltà l'Europa è uscita unita da questa crisi. Qualcuno scommetteva sulla fuoriuscita dalla Grecia ma non uscirà dall'Europa».

Le divisioni. Per Barroso «Se la Grecia fosse uscita dall'euro questo avrebbe avuto effetti negativi su altri Parsi come il Portogallo e forse l'Italia, vicina all'abisso». «Bisogna fare distizione tra la stabilità e la crescita» ha dichiarato Barroso. «Abbiamo recuperato terreno da quando eravamo prossimi al disastro.

Ora affrontiamo la crescita».

La recessione. «Per quanto riguarda l'Italia e gli altri Paesi - e parlo come amico dell'Italia - diciamo la verità: ci sono paesi che hanno fatto bene in tema di patto di stabilità e altri meno. Chiediamoci allora perché in Italia c'è recessione? La colpa non è della Germania» ha dichiarato Barroso rispondendo ad una domanda del direttore Barbano sui diktat imposti da Berlino.

Job Act. Per Barroso «alcuni paersi hanno fatto riforme, altri no. L'Italia si avvia verso questa strada e apprezziamo il job act del primo ministro - energico - Renzi che si è impegnato per le riforme. L'Italia, non lo dimentichiamo, che ha perso terreno nella competitività».

Fondi e investimenti. «Noi sosteniamo l'Italia - dichiara Barroso - Il Paese riceverà nella prossima programmazione 40 miliardi di euro che spero saranno ben investiti. L'Italia è tra i peggiori paesi ad assorbire e reinvestire i fondi europei. La cosa mi sorprende perché siete tra i fondatori ma tra i peggiori nello sfruttamento delle risorse. Parliamo dunque di consolidamento del bilancio con riforme e investimenti. La commissione stimola i paesi per promuovere gli investimenti privati. Italia è tra i livelli più bassi quanto ad attrazione di investimenti stranieri».

Gli aiuti della Troika. Noi Italiani abbiamo fatto bene a non prendere i soldi della Troika per uscire dalla crisi? Alla domanda Barroso risponde che «è stato meglio evitare perché se l'Italia avesse accettato sarebbe stato nocivo per il Paese e per l'Europa. Siete una delle principali economie mondiali, non paragonabile alla Grecia. Questo fatto non deve poi esimere il Paese dall'applicare le riforme che gli altri hanno applicato».

Le regole in Europa. Nei paesi con debiti alti esistono scadenze e regole ferree. I Paesi che si sono arricchiti non hanno sanzioni? «Non è vero - dice Barroso - perché si prevedono "compiti a casa" per tutti i Paesi e anche sanzioni. È pur vero che le regole sono molto più stringenti per il deficit».

Lei immagina un ruolo dell'Europa nell'affrontare i problemi al medio oriente? «Personalmente, sono favorevole ad una politica di difesa, ma alcune capitali non sono così favorevoli» dichiara Barroso.

La minaccia Isis. «Per quanto riguarda l'Isis, la decisione spetta agli stati membri che potranno decidere se appoggiare Obama. Questa è la minaccia più grave alla nostra civiltà. Sono gli stessi paesi arabi che devono mettersi in prima fila perché sono i più colpiti da questo flagello. La titolarità di eventuali azioni spetta in primis ai paesi arabi. Dopo noi potremo aiutarli» dichiara Barroso.

Aiuti al Sud. Sul tema Barroso dichiara che «se ci sarà una nuova iniziativa dell'Europa verso il Sud seguirò il tutto in prima persona anche se non posso prevedere il futuro».

Pompei. «Sappiamo che ci sono stati ritardi nel piano e per questo siamo venuti a Pompei più volte, io c'ero ieri. Abbiamo incontrato le istituzioni che mi hanno parlato del nuovo dinamismo dato al processo del programma per Pompei».

I giovani del Sud. Presidente, assistiamo ad uno spostamento della concentrazione del capitale umano verso le parti più ricche dell'Europa. L'Erasmus non porta studenti al sud e non struttura capitale umano nel mezzogiorno dove manca classe dirigente. Barroso replica: «Quello che lei dice è vero ma per l'Erarmus il Sud è più gettonato. Barcellona è più popolare di Helsinki ma dovremmo chiederci perché molti europei vanno negli Stati Uniti. Forse perché hanno maggiore ricerca e università più "attraenti" ed evolute. Anche senza l'erasmus è una cosa che avviene ovunque. Al sud ci sono alti progetti di valenza tecnologica».

Un voto al governo Renzi. Alla domanda di Barbano "Quale è la pagella di Renzi?" Barroso risponde: «Non sono un maestro di scuola per dare voti e rispetto il lavoro del governo. Oggi non è facile per nessun primo ministro fare questo lavoro, è un compito non facile. Su Renzi, però, non mi sottraggo alla domanda. L'ho conosciuto prima che diventasse premier, a Firenze. Secondo me ha una forte energia e vocazione politica. Spero ardentemente che Renzi utilizzi la sua debordante energia e questo suo atteggiamento e vocazione per le riforme per l'Italia. E da quanto so che non gli piace ricevere consigli, non in pubblico».

Incontro al Suor Orsola. Alle ore 11 Barroso sarà nella Sala degli Angeli dell'Università Suor Orsola Benincasa per un intervento in occasione del VI appuntamento della sesta edizione de «Il Sabato delle Idee», incontro su «Sulla porta dell'Europa: uno sguardo al futuro». Presenti Lucio d'Alessandro, rettore Università Suor Orsola Benincasa e Marco Salvatore, fondatore de «Il Sabato delle Idee».