Napoli. Ragazzo ucciso da carabiniere, parla il parroco: «Né odio, né vendetta: perdono»

Napoli. Ragazzo ucciso da carabiniere, parla il parroco: «Né odio, né vendetta: perdono»
Domenica 7 Settembre 2014, 14:08
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«In situazioni gravi non possono essere l'odio o il sentimento di vendetta a guidarci, ma la prudenza, l'amore per il fratello, il perdono a sostenere le nostre azioni. È importante anche che ci lasciamo guidare dalla preghiera». Lo ha detto nel corso della sua omelia domenicale padre Lorenzo Manco, parroco della Medaglia Miracolosa di Napoli, la parrocchia frequentata, anche se sporadicamente, da Davide Bifolco.



La comunità in questi giorni si è mobilitata per sostenere la famiglia. Il giovane sacerdote, da un mese alla guida della comunità del quartiere occidentale di Napoli, che rientra nella giurisdizione della diocesi di Pozzuoli, lo ha fatto in prima persona ed è alla preghiera che don Lorenzo, prete da un anno, che proviene da un'altra realtà difficile di Napoli, i quartieri Spagnoli, si sta ispirando dal primo momento della tragedia.



«Ogni sera - racconta - con alcuni membri della comunità ci stiamo recando a casa della famiglia di Davide per recitare il rosario. Non ci sono parole migliori per superare questo momento tremendo per i familiari». Non aveva avuto modo di conoscere direttamente Davide, anche se lo aveva intravisto sul campetto con i ragazzi dell'oratorio. «Una sua zia me ne aveva parlato nei giorni scorsi per la sua situazione: cercava un lavoro, dopo aver lasciato la scuola. Lo avrei dovuto incontrare in questi giorni».



Tralascia la vicenda specifica della tragica morte («non voglio entrarci e nè tocca a me dire qualcosa»), ma aggiunge: «Qui c'è tanto lavoro da fare.
Non solo con i giovani, ma anche con le persone adulte. Molti sono i genitori disoccupati». Ha pensato che alcune di queste persone «possono darci una mano a ristrutturare la nostra chiesa. Abbiamo presentato il progetto, appena pronto chiederò all'impresa di dare lavoro anche ai nostri disoccupati. Poi per i giovani ci batteremo per un progetto di oratorio che li possa accogliere e farci essere a loro il più vicini possibile nell'assistenza».
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