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Uno sbruffone, uno che girava nel quartiere a bordo di un «macchinone» decappottabile, incurante del provvedimento di arresti domiciliari prima e delle ricerche dei carabinieri, poi.
Al Rione Traino descrivono Arturo Equabile, il latitante sfuggito più volte alla cattura, come un malavitoso, ma anche come un bullo, uno capace di prevaricare i «guaglioni» più piccoli e di sbeffeggiare le forze dell'ordine. Faceva una bella vita, Equabile, raccontano nel quartiere, e anche se non lo avevano beccato, si mormora che avesse un ruolo nello spaccio degli stupefacenti. Un giro di affari in forte espansione nella zona a ridosso di Fuorigrotta da quando le piazze di Scampia sono entrate nel mirino delle forze dell'ordine e i guadagni sono crollati. La droga continua ad arrivare e una fetta finisce al rione Traiano dove si vende con più discrezione nelle case e negli scantinati.
Una cosa è certa: Equabile non era, e non è mai stato, un delinquente di grosso calibro.
Figlio di un pregiudicato che ha passato molti anni in galera, in zona aveva preso in qualche modo il posto del padre pur senza scalare le vette della criminalità organizzata.