Bimbo di due madri: atto nullo. Ecco perché il prefetto si è irritato

Bimbo di due madri: atto nullo. Ecco perché il prefetto si è irritato
di Antonello Velardi
Sabato 21 Novembre 2015, 02:27 - Ultimo agg. 6 Novembre, 13:12
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Gerarda Pantalone è andata su tutte le furie poco prima delle 18, quando ha visto le notizie d’agenzia e i siti web che davano una lettura del suo provvedimento completamente contorto. Ha saputo che quella lettura era stata suggerita dall’ufficio stampa del Comune e ha capito che qualcuno aveva provato a tirarle un trappolone, con una furbizia mediatica che non si aspettava. Si è arrabbiata, non solo con i giornalisti.



Ma anche con quel Comune che considerava non ostile e con cui aveva provato ad avere un rapporto cordiale fin dal suo insediamento negli uffici di Piazza Plebiscito. Ma, come in un lampo negli occhi, ha capito che il «volemose bene» non poteva andare più bene e che avrebbe dovuto esercitare, a questo punto con maggiore rigidità, tutte le sue prerogative per evitare di restare schiacciata nel tritacarne della campagna elettorale già avviata da De Magistris, con quest’ultimo orientato a sfruttare ogni pur minimo spazio mediatico per il raggiungimento dei propri obiettivi politici. Il provvedimento di annullamento - è il ragionamento che ha fatto la Pantalone - è chiaro, cristallino e non si presta ad equivoci: l’atto di De Magistris è nullo nella parte in cui ha violato la legge e per lui non ci sono più margini di trattativa.



Perché, dunque, la «lettura» data dall’ufficio stampa del Comune di ulteriori cinque giorni di tempo, quasi che il prefetto stesse alla mercé del sindaco, in una materia delicata come lo stato civile, e con la ragionevole certezza di un interessamento della magistratura per i reati commessi? Un intorbidimento delle acque, si è risposto il prefetto che ha deciso di non spostarsi di un millimetro dala linea dura e di diffondere una nota stampa che correggesse quella del Comune. Mai accaduto finora; la fine di un feeling che sembrava reggere e che poteva rivelarsi prezioso in una fase importante come quella precedente alla consultazione elettorale, evitando l’isolamento istituzionale del sindaco, dannoso per la città.



Una linea dura non improvvisata ma concordata con il ministero, trovando sponda negli altri soggetti istituzionali sullo scenario cittadino: non è una sprovveduta la Pantalone e non si muove senza aver ponderato le mosse e aver verificato il contesto. Prima di annullare l’atto - è agevole ipotizzare - ha parlato a lungo con il ministero, ai massimi livelli. Sia con il Capo del Dipartimento degli affari interni, Betty Belgiorno, sia con il capo gabinetto del ministro, Luciana Lamorgese.