Commissario a Bagnoli, oggi il via a Nastasi

Commissario a Bagnoli, oggi il via a Nastasi
di ​Sergio Governale
Venerdì 28 Agosto 2015, 08:38 - Ultimo agg. 08:39
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In attesa delle agevolazioni fiscali per il Sud, annunciate dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il governo fa la prima mossa per cercare di rilanciare il Meridione. Oggi, infatti, il premier Matteo Renzi nominerà ufficialmente Salvo Nastasi commissario di Bagnoli. La firma sul decreto della Presidenza del consiglio sarà apposta stamattina dal numero uno di Palazzo Chigi. Intanto la Svimez interviene sugli sgravi per le imprese che investiranno al di sotto del Garigliano. Bene la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, come il credito d'imposta fino al 120-130% sui nuovi investimenti privati, dice il presidente Adriano Giannola. Ma per una «perequazione di competitività» tra il Sud e il resto del Paese, precisa, sarebbe necessario anche neutralizzare l’Irap nelle regioni dov’è più elevata, come la Campania. Questo perché le imprese, quando decidono di investire in un territorio, guardano anche ai fattori «correnti», come il livello della tassazione o l'accesso al credito bancario, che inevitabilmente ha un peso sui conti aziendali. Palazzo Chigi si sta comunque muovendo proprio nella direzione indicata dall'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno a fine luglio quando, lanciando l'ennesimo allarme sulla drammaticità economica del Meridione, ha suggerito forme di fiscalità di vantaggio per favorire l’attrazione di investimenti sul territorio. Ma, come detto, questo non basta secondo Giannola.



Per l’economista, infatti, un credito d’imposta «generalizzato presenta un limite di efficacia perché non può essere ”selettivo”, rischiando di disperdere i suoi pur positivi effetti. Rischiamo cioè di esaurire i suoi effetti con un semplice clic senza aver definito preventivamente le priorità su cui indirizzarlo».



Un intervento «generalizzato utile», ricorda il presidente, potrebbe invece essere quello sull’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, che in alcune regioni è ai massimi per compensare lo sfondamento del patto di stabilità o i maggiori costi della sanità. «Perché - si chiede - un simile onere dovrebbe ricadere sulle imprese? Meglio riportare tutti sullo stesso punto di partenza. Meglio una combinazione di credito d’imposta sugli investimenti e neutralizzazione dell’Irap al Sud, perché alla misura ”strategica”, cioè di lungo periodo, come la prima, va aggiunto uno sgravio fiscale ”tattico” come quello sull’Irap in quanto le imprese, quando decidono di investire, guardano anche all’impatto sui conti, sul cash flow e sul margine operativo lordo». L’intervento sull’Irap, come il credito d’imposta sugli investimenti (le cui risorse deriverebbero dal taglio del 50% del cofinanziamento nazionale ai fondi europei), non costituirebbe poi un aiuto di Stato, con buona pace dell’Ue, osserva l’economista.



Ai fini dell’attrazione degli investimenti, Giannola ribadisce infine l’utilità delle zone economiche speciali, aree portuali o retro-portuali con una fiscalità di compensazione in cui vigono specifici regimi di trattamento doganale, di esenzioni erariali, di facilitazioni amministrative e di servizi alle imprese con il principale obiettivo di attrarre aziende straniere. «La commissaria europea per la Politica regionale Corina Cretu ha detto sulle vostre pagine che il Mezzogiorno non ne ha bisogno e deve invece spendere i fondi Ue disponibili. Perché - s’interroga il presidente della Svimez - la Polonia ne ha 14 e Bruxelles non le considera aiuti di Stato, mentre da noi sarebbe il contrario? Si potrebbero fare - conclude - a Napoli, Catania, Gioia Tauro, Trieste e Taranto in base a una strategia dello Stato e non in base a una mera programmazione regionale dei fondi europei».
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