Forcella, killer a 15 anni per cento euro

Forcella, killer a 15 anni per cento euro
di Viviana Lanza
Giovedì 11 Giugno 2015, 08:31
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Violenti, spregiudicati, disposti a tutto pur di riprendersi il quartiere e il controllo sul malaffare. La «paranza di bimbi», terza generazione della camorra di Forcella fermata con il maxiblitz dell’Antimafia che l’altro giorno ha portato a una sessantina di arresti, imponeva il pizzo a tutti, commercianti e ambulanti, titolari di pizzerie e di tipografie universitarie, parcheggiatori abusivi, pusher e prostitute. E poi sparava, in strada e tra le gente. Per vendetta, per punizione, anche solo per testare le armi.

Una botta in petto al nero. «Mentre stiamo salendo Sant’Agost....io e Toni...dissi spariamo in aria. “Chiavai” una botta in petto a un nero». Si ascolta in uno dei dialoghi tra i babyboss di Forcella intercettati grazie a una microspia piazzata dai poliziotti in casa Giuliano. Parlano Cristiano e Antonio, nipoti degli ex boss di Forcella. Commentano uno tra gli episodi più inquietanti ricostruiti dall’inchiesta dei pm anticamorra Francesco De Falco e Henry John Woodocock. E lo fanno con feroce superficialità. «Cadde a 20 metri il nero». «Aeh, eh..». E seguono risatine. Hanno ferito un cittadino del Bangladesh con un colpo di pistola in petto solo per provare l’efficacia dell’arma. Il povero indiano se l’è cavata con 20 giorni di convalescenza ma ha rischiato la vita. «Mi vuoi far provare quella sette?». Era venuta così l’idea di testare la pistola 7,65. Era la sera della vigilia di Capodanno 2013 e si erano tutti riuniti in casa Giuliano al vico Carbonari per il cenone. «Vedi di non perderla...» l’unica raccomandazione captata dalla microspia grazie alla quale si sono ricostruite, quasi in tempo reale, molte delle azioni del gruppo.

Le armi personalizzate.

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