Napoli, il sangue sulla città. Genny ucciso per lo spaccio alla Sanità: forse ha risposto al fuoco

Napoli, il sangue sulla città. Genny ucciso per lo spaccio alla Sanità: forse ha risposto al fuoco
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 7 Settembre 2015, 08:10 - Ultimo agg. 16:00
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Erano tutti giovanissimi, là fuori, all'esterno di una delle chiese più antiche di Napoli. Stavano lì, tra le quattro e le cinque del mattino, per un solo motivo: imporre la propria presenza, in un giorno strategico per la bassa economia criminale del posto, quando la piazza della Sanità viene raggiunta per gli acquisti al minuto di hashish e marjuana. Eccolo il movente dell'ultimo agguato di camorra a Napoli, quello che ha tolto la vita a un diciassettenne provocando l'incubo di nuovi lutti. Voleva fare il pizzaiolo, era pronto a risalire la china, grazie al regime di «messa alla prova» che gli aveva imposto il giudice. Tentate rapine e resistenza a pubblico ufficiale, sono i precedenti di polizia che avevano reso Gennaro Cesarano un personaggio «noto alle forze di polizia» a dispetto della sua giovane età.

Ieri mattina, era lì all'esterno della chiesa, assieme a un gruppetto di una decina di persone.

I killer hanno agito contro il suo gruppo, sapendo di puntare ai nemici di una guerra che si sta consumando da mesi. Non è chiaro se volessero ammazzare il 17enne, ma tanti scrupoli nessuno se li sono fatti. Non è chiaro se quelli vicini a Cesarano sono rimasti inermi o se hanno replicato al fuoco (dal momento che sono stati trovati proiettili carico 9per21 e di una magnum 357), di sicuro l'agguato era stato organizzato da tempo. Bisognava entrare in azione il primo sabato di settembre, quando dopo una certa ora in piazza della Sanità arrivano ad acquistare hashish da altre zone della città. Perché colpire quel gruppo? Per segnare con un omicidio la propria leadership nella gestione dei traffici criminali, droga e estorsioni in primis. Uno scenario fin troppo chiaro, quasi doverosa la pista da battere: nel cuore della città, qui tra i vicoli del centro storico, va di scena da mesi una faida per la conquista delle piazze di spaccio.

Sono piazze cittadine, di prossimità, che si organizzano spesso in modo estemporaneo, attorno a una panchina o a un marciapiede. Vengono rifornite dai cartelli criminali che hanno rapporti con grossisti e narcotrafficanti. Qui alla Sanità lo scenario è confuso, ma non impossibile da decifrare: ci sono i Sequino-Esposito, che un tempo hanno avuto rapporti con i Misso (con cui c'era anche un rapporto di parentela), mentre la zona è assediata da altri due cartelli criminali: quelli dei Lo Russo (radicati tra Miano e Capodimonte) e quelli provenienti da Forcella.

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