Napoli. Proiettili e sangue in auto, mistero sulla scomparsa del vice dei Mallardo

Michele Di Biase
Michele Di Biase
di ​Giuseppe Crimaldi
Domenica 4 Ottobre 2015, 10:37 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 10:26
2 Minuti di Lettura
I proiettili conficcati nelle lamiere, il sangue sulla tappezzeria dei sedili e un cadavere scomparso. Il mistero è fitto come le ombre scivolate nella notte lungo via Alfonso D'Avalos, nel cuore di un quartiere - quello dell'Arenaccia - in cui la presenza dei clan di una camorra violenta e spietata è forte. Tre ingredienti per un giallo. E, sullo sfondo una terribile verità che di ora in ora prende corpo: l'omicidio di un pregiudicato considerato uno dei personaggi emergenti nel panorama criminale riconducibile al cartello dell'Alleanza di Secondigliano. Michele Di Biase è scomparso nel nulla venerdì sera, nel giorno del suo 57esimo compleanno. L'auto sulla quale viaggiava è stata trovata crivellata di colpi di pistola. Tanto sangue e tracce di materia cerebrale nell'abitacolo, su uno dei sedili è rimasto persino il cappellino che l'uomo era solito indossare, e sul lato sinistro c'è pure il foro di un proiettile. Ma del corpo nessuna traccia.



Comincia da qui, da questo macabro quadro di indizi che ufficialmente costringono ancora gli investigatori a rimanere abbottonatissimi (e che dovrebbero indurre anche chi scrive a parlare di morte presunta) la ricostruzione dell'ultimo gravissimo fatto di sangue avvenuto nel centro di Napoli. Ma il sospetto che la vittima di questa ennesima esecuzione di stampo mafioso sia proprio Di Biase è fortissimo. L'uomo, ritenuto il plenipotenziario del potente clan Mallardo, egemone nel Giuglianese, potrebbe essere finito in una trappola e poi ucciso a sangue freddo da persone di cui si fidava ciecamente. L'agguato è avvenuto in una strada laterale della trafficatissima piazza Poderico. Tre fori di proiettili nella fiancata sinistra della Panda intestata al fratello; sul parasole del lato guida i poliziotti - giunti sul posto dopo che qualcuno aveva allertato il 113 dicendo di aver udito colpi di pistola - hanno trovato la patente intestata proprio a Michele Di Biase.



Da rapinatore a boss. La storia criminale della presunta vittima del raid all'Arenaccia indica come il 57enne di Giugliano fosse diventato un personaggio di spicco nel panorama criminale di Napoli e provincia. Da braccio destro di Feliciano Mallardo - detto 'o sfregiato, deceduto in carcere nei mesi scorsi - a poco a poco Di Biase aveva scalato i vertici della cosca. Alcune informative di polizia giudiziaria lo indicano anche in rapporti con il boss dei Casalesi Nicola Schiavone. Di fatto, negli ultimi tempi era riuscito a crearsi una serie di rapporti pericolosi che spaziavano dagli esponenti della camorra del Giuglianese fino agli affiliati dei gruppi Tolomelli, Licciardi e Contini. E proprio la zona in cui sarebbe finito vittima dell'agguato è quella controllata dai Contini.





CONTINUA A LEGGERE SUL MATTINO DIGITAL
© RIPRODUZIONE RISERVATA