Scontri allo stadio: cacciati otto Mastiffs dalla curva

Scontri allo stadio: cacciati otto Mastiffs dalla curva
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 3 Settembre 2015, 09:01 - Ultimo agg. 10:00
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Otto «mastini» hanno lasciato la curva A. Quella notte, subito dopo gli scontri tra hooligan azzurri, almeno otto esponenti del famigerato gruppo dei Mastiffs hanno abbandonato gli spalti della sezione più calda del San Paolo. Ora provano a rientrare e in queste ore sono in corso trattative, incontri per possibili accordi riparatori.



C’è una frase che fa da spunto ai tentativi di contatto tra frange dei tifosi: «Lasciamo certe cose fuori dallo stadio... come abbiamo sempre fatto...», si sente dire tra i vicoli del centro storico. Eccolo uno dei possibili retroscena dell’inchiesta sugli scontri avvenuti durante la prima partita casalinga del Napoli, nel corso di una manciata di minuti all’inizio del secondo tempo. Una vicenda ricostruita in un’informativa di polizia giudiziaria destinata a finire in Procura, nel tentativo di fare chiarezza sulla causa della guerriglia di Fuorigrotta.



C’è una convinzione: domenica notte, alcuni tifosi legati al clan della Sanità hanno provato a fare piazza pulita di supporter ritenuti vicini alla cosiddetta paranza dei bimbi di Forcella. Cose di camorra che entrano nella gestione della curva, nel controllo del tifo organizzato. Un episodio circoscritto destinato ad interessare il pool reati da stadio (coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli), ma anche il pool anticamorra (coordinato dall’aggiunto Filippo Beatrice), per i presunti legami con una faida che ha insanguinato il centro storico. In ballo, non c’è solo il possesso di una parte degli spalti della Curva, ma anche ragioni di bassa economia criminale e sentimenti di odio sedimentati proprio nelle ultime settimane.



Scenario complesso, proviamo a fare ordine: alcuni esponenti del gruppo Mastiffs sarebbero legati ai Sibillo e vengono messi al bando da parte di soggetti legati ai Sequino-Esposito, famiglie storicamente radicate nel rione Sanità, colpite da un agguato consumato mesi fa proprio per ordine dei bimbi di Forcella; poi ci sono le ragioni economiche, quelle legate allo smercio di hashish al San Paolo, dentro e fuori gli spalti, altro probabile motivo che ha scatenato la guerriglia del San Paolo. Dalla strada agli spalti, ora si cerca la ricomposizione, proprio mentre gli inquirenti stanno lavorando sulla identificazione dei protagonisti degli scontri.



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