La visita del Papa | Piazza multietnica per Bergoglio: «Mai più razzismo»

La visita del Papa | Piazza multietnica per Bergoglio: «Mai più razzismo»
di Maria Chiara Aulisio
Domenica 27 Luglio 2014, 11:07
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È una folla festosa e multietnica quella che aspetta l'arrivo di Papa Francesco assiepata sul grande prato dinanzi al palco montato a pochi passi dalla Reggia. È una folla «colorata», multirazziale, allegra e solidale, bella solo a vedersi. Si canta, si balla, i ragazzi si tengono per mano anche quando la pioggia a tratti scende giù pesante e bagna tutti. Chi ha l'ombrello lo condivide con gli altri mentre i volontari della diocesi di Caserta offrono ai più anziani impermeabilini di plastica per proteggersi almeno un po'.

Algeria, Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi. Sono tantissimi gli africani che hanno deciso di portare il loro saluto a Bergoglio, adulti e piccini, si confondono con gli italiani, i francesi, i polacchi e gli ucraini. Con loro, a dominare il prato, anche la folta rappresentanza di una comunità rumena da molti anni trapiantata a Caserta. «Sono qui con la gioia nel cuore - dice Irina, 45 anni, badante di Bucarest - questo Papa, credetemi, mi ha cambiato la vita. A Roma ci sono già stata due volte, adesso che è venuto lui da me non potevo mancare. C'è anche la mia signora, eccola, ve la presento, andiamo molto d'accordo e soprattutto amiamo entrambe Bergoglio. Meglio di così non mi poteva andare». Accanto a loro, mentre quattro giovani africani ridono e ballano al suono di un paio di bonghetti, due ragazzi del Senegal reggono un grande striscione sul quale, in tre colori, hanno scritto: «Uniti contro camorra e razzismo». Uno slogan, quello scelto dagli immigrati del Movimento dei Migranti e dei Rifugiati, che arriva dritto al cuore di chi, e sono tanti, in questa terra martoriata, da anni combatte contro violenza e differenze, arroganza e prevaricazione. «Bergoglio ci ha restituito la speranza - dice l'imam della comunità senegalese di Caserta, Youssou Niang - e noi siamo qui per dargli il benvenuto. Papa Francesco sarà il testimone del dialogo tra tutte le religioni. Grazie a lui finalmente è arrivata l'ora della svolta». E poi aggiunge: «Il Papa è sempre stato aperto al confronto, dal giorno in cui è stato eletto. Noi musulmani ci crediamo sul serio e vogliamo che il dialogo con le altre fedi resti sempre costante».

Con Niang c'è anche Mamadou Sy, presidente della stessa comunità. La sua storia appassionò l'opinione pubblica. Ne parlarono giornali, portali, blog e social network. Mamadou, 53 anni, venditore ambulante, d'inverno nei mercati cittadini e d'estate lungo le spiagge del litorale Domitio, è stato il primo senegalese a conseguire una laurea specialistica alla Seconda Università di Napoli, biotecnologia. A quell'avvenimento, un fotoreporter, Gaetano Montebuglio, infrangendo la reticenza dell'uomo ai flash, ha addirittura dedicato una mostra dal titolo «Jërë jëf, Mamadou!» (Grazie, Mamadou!).














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