Una voragine ingoia la strada: terrore a Pianura, 380 sfollati

Una voragine ingoia la strada: terrore a Pianura, 380 sfollati
di Paolo Barbuto
Lunedì 23 Febbraio 2015, 09:22 - Ultimo agg. 11:52
3 Minuti di Lettura

Il primo rumore, sordo, l’hanno sentito intorno alle cinque del mattino. Gli abitanti di via Campanile a Pianura hanno avuto un sussulto di paura, si sono affacciati e hanno scoperto che una parte del marciapiede era crollata. Se l’aspettavano perché lì da mercoledì c’è una buca che si allarga sempre più: prima ha bloccato un camion al lato della carreggiata, poi s’è lentamente allargata. I lavori erano in corso ma la gente aveva paura. E aveva ragione.

La seconda spallata è arrivata intorno alle sette del mattino.

In quel preciso momento la volta di un tunnel dismesso della Circum (che passa esattamente sotto via Campanile), ha ceduto di schianto: «È stato come un terremoto», raccontano gli abitanti della strada. In un attimo il terreno trasformato in fango dalle perdite delle condutture e dalla pioggia copiosa della notte s’è fatto strada nella galleria sotterranea e l’ha invasa: duemila metri cubi di terreno sono improvvisamente spariti.

Senza più nessun sostegno, l’asfalto, i marciapiedi, le scale d’accesso ai palazzi sono state trascinate giù, in fondo alla voragine profonda venti metri, come un palazzo di quattro piani.

È scoppiato il panico. I vigili del fuoco sono stati allertati e sono arrivati nel giro di qualche minuto: immediatamente è scattato l’allarme. I quattro edifici che affacciano sull’incrocio ingoiato dalla voragine sono stati evacuati. Mentre Napoli si svegliava in una domenica mattina uggiosa e ancora umida, c’erano 380 persone senza un tetto che guardavano, attonite, le loro case sull’orlo di un baratro impressionante.

Il moto di rabbia è stato immediato: quel cedimento era stato denunciato quattro giorni fa, i tecnici l’avevano esaminato, erano in corso lavori «Perché nessuno è intervenuto per evitare questo dramma?», hanno urlato a gran voce gli sfollati.

Una risposta ufficiale, per adesso, non esiste. Il cedimento della galleria sotterranea, quello che ha generato l’immensa voragine, era imprevedibile, secondo gli esperti. Secondo i residenti, invece, ci sono stati semplicemente disinteresse e lassismo sulla vicenda.

Sul posto, tra i primi, è arrivato il presidente della municipalità Lezzi; nel primo pomeriggio è arrivato anche il vicesindaco Tommaso Sodano, al calare della sera, tra la gente, è arrivato anche il sindaco De Magistris: «Non era evitabile ciò che è accaduto», ha spiegato Sodano, fidandosi delle parole degli esperti. Proprio il vicesindaco ha coordinato la prima fase della gestione degli sfollati. S’è occupato della sistemazione all’interno della palestra di Soccavo, ha chiesto che, da oggi, per le persone senza casa ci sia ricovero presso una struttura religiosa della zona. Gli esperti hanno cercato di rassicurare le persone: «Entro due o tre giorni, quando la voragine sarà messa in sicurezza, dovreste rientrare nelle vostre case. Per adesso non sono segnalati danni strutturali alle abitazioni», hanno spiegato.

Ma la gente, adesso ha paura. Lacrime e preoccupazione per il futuro: «Alla prossima pioggia cosa dovremo aspettarci?». Non c’è risposta, perché risposte vere non ne esistono in una città che frana ad ogni scroscio d’acqua e nella quale nessuno riesce a sapere realmente cosa c’è sottoterra, nelle viscere dei palazzi, nel groviglio di sottoservizi tra scarichi abusivi e fogne che perdono copiosamente.

Per adesso si pensa solo a lavorare, giorno e notte, con giganteschi carichi di calcestruzzo che vengono gettati dentro la voragine. Bisognerà chiudere la falla nella volta della galleria della Circum per evitare che quel materiale si disperda lungo i binari. Solo quando quel buco profondo venti metri sarà riempito, si potrà valutare la solidità delle case e consentire agli sfollati di tornare a casa.