"Speriamo nel Vesuvio": ora spunta anche la pizza razzista

"Speriamo nel Vesuvio": ora spunta anche la pizza razzista
Giovedì 20 Novembre 2014, 08:23 - Ultimo agg. 21 Novembre, 19:05
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Il nome di una pizza diventa virale e fa scattare una disputa online fra la Riviera ligure e la Campania. Oggetto del contendere l'ultima creazione di una pizzeria di Loano (Savona) che si chiama «Speriamo nel Vesuvio».



Infarcita con stracchino, prosciutto crudo e rucola, la pizza è stata inserita nel menù di un ristorante-pizzeria sul lungomare Garassini. Un cliente del locale ha postato una foto del menu su Facebook ed in poco tempo è diventata virale, sopratutto sui media campani. Yuri Pastore, che ha aperto il ristorante nel dicembre del 2013, chiarisce subito: «Mia moglie ha i nonni di Amalfi e di Maiori. Non volevo offendere nessuno».



E allora perchè ha chiamato con quel nome una pizza? «L'ho fatto per sdramatizzare: sentivo alla tv studiosi che sostenevano che il vulcano era proprio ad eruttare. Ecco allora che mi sono inventato quel nome. Prima si chiamava Principessa in onore della Regina Margherita. Ma ci sono altri nomi fantasiosi nel nostro menù: pizza Pistorius, Noisconsigliamo, Sonoinmezzoadunastrada».



«Continuo a ricevere telefonate da tutta Napoli e mi spiace. Non volevo offendere proprio nessuno», ribadisce il titolare, cercando di smorzare i toni della polemica nella quale è intervenuto anche il Movimento Neoborbonico che invita «i tanti napoletani o meridionali presenti in zona ad evitare di frequentare quel locale o di scegliere Loano come destinazione turistica».



Il movimento sollecita «un intervento e una sanzione da parte delle autorità preposte per l'utilizzo di un linguaggio offensivo e che, usato diffusamente soprattutto negli stadi, diffonde un'ideologia impregnata di razzismo verso un'intera e incolpevole popolazione».



Il sindaco. «Loano non è una città razzista».
Lo dice il sindaco Luigi Pignocca dopo la polemica sul nome della pizza «Speriamo che il Vesuvio» dato da una pizzeria della cittadina ligure, che ha sollevato critiche sui media e social network campani. «Voglio precisare - ha osservato Luigi Pignocca - che la comunità che rappresento è composta da tantissimi loanesi che sono figli e nipoti di immigrati provenienti dal sud Italia. Sono famiglie che hanno contribuito alla crescita di Loano e che oggi dimostrano la stessa disponibilità nei confronti dei nuovi immigrati provenienti da tutto il mondo. Inclusione e diversità sono valori che ogni giorno cerchiamo di trasmettere ai nostri figli. Mi scuso con tutti coloro che hanno letto nel nome della pizza una espressione di razzismo verso i napoletani e più in generale verso il sud d'Italia».
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