Plagio «Gomorra», la Cassazione accoglie il ricorso di Saviano: «L'opera è originale»

Plagio «Gomorra», la Cassazione accoglie il ricorso di Saviano: «L'opera è originale»
Lunedì 15 Giugno 2015, 20:58 - Ultimo agg. 21:26
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Lo scrittore anticamorra Roberto Saviano e la Mondadori, che nel 2006 ha pubblicato il best seller «Gomorra», hanno ottenuto una vittoria in Cassazione contro la casa editoriale «Libra» che aveva avuto - dalla Corte di Appello di Napoli nel 2013 - 60mila euro di risarcimento danni per tre articoli riprodotti nel libro senza l'indicazione dell'autore e della fonte nonostante fossero stati pubblicati su quotidiani del casertano editi appunto da 'Libra'.



Ad avviso della Suprema Corte - sentenza 12314 depositata oggi dalla Prima sezione civile - «è evidente» che in questa causa sul diritto d'autore «non era in discussione l'originalità e la creatività del libro Gomorra, ma solo il plagio di alcune sue parti specifiche e limitate» - quantificate dallo stesso Saviano nello 0,6% del libro di 331 pagine - per le quali non è «intervenuta l'attività creativa dell'autore stesso».



Secondo la Cassazione, è questione aperta e tutta da rivalutare del risarcimento dal momento che i giudici non hanno spiegato «in che cosa poteva concretizzarsi il lucro cessante» della 'Libra' «in relazione alla peculiarità della fattispecie, in cui l'opera plagiata (articoli apparsi sui giornali) e l'opera plagiaria (romanzo) non si ponevano in concorrenza tra loro».



Questo in quanto sono state distribuite «su circuiti commerciali del tutto diversi» ed avevano un «diverso tipo di pubblico». Inoltre la 'Libra' - sottolinea il verdetto - esauriva «la propria distribuzione nell'ambito di pochissimi giorni (se non del giorno stesso)» mentre Gomorra, opera che «oltretutto era stata edita dopo più di un anno dalla uscita dei giornali», usufruiva «di un periodo di distribuzione e di vendita molto più lungo».



Insomma i 60mila euro liquidati in appello, a fronte dei complessivi 600mila chiesti in primo grado e negati alla 'Libra' dai giudici del Tribunale di Napoli nel 2010, potrebbero essere ridotti o sparire nell'appello bis.





Nulla da fare, invece, per la richiesta di Saviano di non pubblicare tra i 'credit' dei tre articoli riprodotti il nome dell'editore di 'Libra', Maurizio Clemente, condannato in primo grado a otto anni e mezzo di reclusione per ricatti a mezzo stampa.



«Detta citazione - spiegano gli 'ermellini' - è espressamente prevista dall'art. 70 comma 3 della legge sul diritto d'autore». In primo grado, invece, con sentenza passata in giudicato, 'Libra' è stata condannata in via definitiva a pagare 5mila euro a Saviano per aver riprodotto sui suoi quotidiani locali - 'Il Corriere di Napoli' e 'Il Corriere di Caserta' - due articoli che l'autore anticamorra aveva scritto per 'Il Manifesto' e per 'Repubblica'.



«Sono contento che la Cassazione abbia accolto il mio ricorso contro i quotidiani del gruppo Libra il cui editore è stato condannato per estorsione a mezzo stampa e che titolarono 'Don Peppe Diana era un camorrista'.
In questo momento il mio pensiero va al giornalista Enzo Palmesano licenziato da questi quotidiani per volontà del boss Vincenzo Lubrano». Così Roberto Saviano commenta la sentenza della Suprema Corte sul caso del presunto plagio di alcuni articoli riprodotti nel best seller Gomorra (Mondadori).