​Psicosi cozze, vendite giù del 40%: «Ecco come evitare rischi»

​Psicosi cozze, vendite giù del 40%: «Ecco come evitare rischi»
di Patrizia Capuano
Mercoledì 11 Marzo 2015, 09:51 - Ultimo agg. 11:22
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BACOLI. È ancora in vigore lo stop dell'impianto mitili compreso tra Punta Cento Camerelle e Punta Poggio, non ci sono per ora altre indicazioni dalle autorità sanitarie. In area flegrea intanto tra i consumatori è ancora psicosi epatite A, per la partita di mitili contaminata anche da Norovirus e bloccata dall'Asl Na2 Nord.



Proseguono i controlli disposti dal ministero della Salute e dall'azienda sanitaria locale in sinergia con la regione Campania. Ma il settore è in calo: le vendite di pescherie e mercati ittici sono crollate a picco e si registra una diminuzione della domanda di circa il 40%. Un'emergenza seguita al monitoraggio dell'istituto zooprofilattico di Portici che, lo scorso 24 febbraio, ha rilevato la positività per il virus dell'epatite A e per il Norovirus (tra gli agenti virali più diffusi che causano gastroenteriti acute di origine non batterica) in una partita di mitili.



I prodotti, venduti dal cntro di depurazione e spedizione molluschi Irsvem di Baia, provenivano dall'impianto di Bacoli. Così il dipartimento di prevenzione - area di sanità animale dell'Asl Na2 Nord ha vietato la raccolta nel tratto marino in cui è stato prelevato il campione. Immediato l'intervento del ministero della Salute che ha indicato «di non consumare mitili in retine con il numero di riconoscimento Ce It 2 Cdm», chiedendo alla Regione la lista dei distributori dei prodotti ittici raccolti nell'impianto di Bacoli.



A tal fine, tuttora sono in corso verifiche nei punti vendita e nei centri di stabulazione da parte della locale azienda sanitaria - con le forze dell'ordine - per accertare se i molluschi bivalvi in commercio sono contaminati dai due agenti virali.



Inevitabilmente i consumatori sono preoccupati e si chiedono quali siano i rischi. Il dottore Leonardo Coppola, dirigente medico e specialista epatologo, spiega: «Se i mitili sono cotti non ci sono rischi di epatite A ma esclusivamente di gastroenteriti. È sufficiente sottoporli a cottura per due minuti ad 80 gradi. Come regola generale è fondamentale anche l'igiene delle mani. Intanto non ho notato ancora un incremento di casi anche perché l'incubazione è di 2-6 settimane».



In molti, dopo aver consumato prodotti ittici, sono allarmati e tempestano di telefonate i centri sanitari per conoscere i sintomi. «Fortunatamente l'epatite A, a differenza dell'epatite C e B, non cronicizza mai per cui non c'è il rischio di evoluzione verso la cirrosi se non è curata – aggiunge il dottore Coppola - I sintomi sono ittero (colorazione gialla della cute e delle sclere), astenia (estrema stanchezza), feci chiare urine molto scure (tipo marsala), dolore allo stomaco e/o sotto al costato destro quindi in epigastrio e in ipocondrio destro».



I dati confermano che nei 32 Comuni dell'Asl Na2 nord i casi di epatite A seguono il trend dello scorso anno. Ma l'attenzione della autorità sanitarie resta ai livelli di guardia: è stata ritirata la partita di prodotti ittici contaminata, venti quintali distruibuiti tra Napoli e provincia, e nel Lazio. Nel frattempo continua serrato il monitoraggio delle acque flegree, nel tratto marino di Punta Cento Camerelle e Punta Poggio in cui è collocato l'impianto di molluschi bivalvi posto sotto sequestro. L'emergenza ha comunque condizionato le vendite. È stato registrato nelle ultime due settimane un netto calo di richieste sia nei punti all'ingrosso, che nelle pescherie e nei mercati ittici.A