Un vero e proprio manifesto criminale, corredato dallo pseudonimo scelto al posto del nome e cognome, quell «Ultimo Ultimo», sotto il quale campeggiava una scritta in lingua araba che, tradotta, suona più o meno così: «Sono l'ultimo prescelto».
La camorra ai tempi dei social network può essere spiegata anche senza parole. Agli atti dell’indagine sui quattro fermati ieri dai carabinieri perché sospettati di far parte di un nuovo cartello camorristico che si preparava a fare la pelle a un personaggio di spicco del clan rivale sono finite anche alcune fotografie.
A scoprirle sono state i carabinieri, da tempo impegnati nelle inchieste coordinate dalla Procura antimafia partenopea.
Imprimersi sulla pelle caratteri e simboli che riportano alla criminalità organizzata non è certo una novità. Sin dai tempi dell’«onorata società» il disegno sul corpo è servito come elemento identificativo e distintivo.
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