Renzi: «Estasiato da Pompei, Scavi da rilanciare, segno dell'Italia che cambia»

Renzi: «Estasiato da Pompei, Scavi da rilanciare, segno dell'Italia che cambia»
di Cristiano Tarsia
Sabato 18 Aprile 2015, 09:17 - Ultimo agg. 20 Aprile, 09:04
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Un rosario da sfilare, quello di Renzi a Pompei, per la Campania: dalla pacificazione del suo Pd, alle vertenze lavorative, Indesit in testa, al commissariamento di Bagnoli. E poi il rilancio degli stessi Scavi, patrimonio Unesco, mai troppo tutelati. E il premier ha dato risposte su tutto come sua abitudine.

Innanzitutto ha incontrato l'ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Passeggiando tra gli scavi, i due hanno parlato da soli. Concludendo l'incontro con una pacca sulle spalle e una vigorosa stretta di mano. Un incontro che lo stesso De Luca ha definito «cordialissimo» e che dovrebbe porre fine alle polemiche seguite alla sua vittoria alle primarie a poco più di un mese dalle Regionali.

Di seguito Renzi non si è sottratto all'ultima grana, in ordine di tempo, scoppiata proprio alla vigilia di questo sabato dedicato a ExpoIdee: la vertenza della ex Indesit, ora Whirlpool che ha chiuso nei giorni scorsi lo stabilimento di Carinaro, in provincia di Caserta. Negli uffici della Soprintendenza di Pompei c'è stato l'incontro con una delegazione di

operai dello stabilimento di Carinaro della Whirpool-Indesit.

Presenti al tavolo con Renzi vi erano anche il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, la deputata e segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione, e l'eurodeputata Pina Picierno, in dolce attesa. In sala anche lo stesso De Luca. E un primo impegno i sindacati lo hanno strappato, come sottolineato dal governatore Caldoro. «La Regione - ha spiegato il governatore - come ha fatto per la Fiat di Pomigliano, per Fincantieri, per Alenia, è seduta al tavolo con il Governo e sindacati per fare la sua parte al fine di mantenere gli stabilimenti aperti, con tutte le misure che la regione in questi casi può mettere in campo sui rilanci industriali. Lunedi ci sarà l'incontro tra l'azienda e i sindacati; contestualmente c'e' il tavolo aperto dal governo al Mise».

Poi l'incontro con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Qui le parti sono ancora divise. Soprattutto sul commissariamento di Bagnoli. «Abbiamo detto - spiega il primo cittadino - no al commissario, lo abbiamo ribadito. Abbiamo un nostro piano, possiamo cambiarlo ma Bagnoli è di tutti i napoletani». Fumata nera, anzi nerissima per Bagnoli, tendente al bianco per Scampia. «Il governo - ha ribadito de Magistris - approva l'abbattimento delle Vele. A Scampia faremo sorgere la sede della Città Metropolitana».

Poi la parte ufficiale del programma, con il suo intervento sul palco a ExpoIdee. Anche se il premier si era fatto sfuggire una frase di ammirazione per gli Scavi. «È la prima volta che vengo a Pompei e ne sono estasiato» ha detto Renzi rimasto senza parole al termine della visita alla Villa dei Misteri, accompagnato dal ministro della Cultura Dario Franceschini, con il quale partecipa all'evento di «Expo idee».

Renzi era arrivato di buon'ora in mattinata, a Pompei, anticipando il programma ufficiale, di ritorno dagli Stati Uniti dove aveva incontrato ieri il presidente Usa Barack Obama.

Il premier ha iniziato la visita alle 9 ed è stato ricevuto dal sindaco di Pompei, Nando Iuliano, e dal Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro

Il premier ha anche incontrato e si è congratulato con Raffaele Santoro e Valerio Conte, gli assistenti capo della polizia che una settimana fa hanno salvato una neonata, abbandonata davanti a un bar di Villa Literno, praticandole un massaggio cardiaco.

Nel suo tour il premier dopo Villa dei Misteri ha percorso Via delle Tombe, Via Consolare passando per Casa del Poeta Tragico (Cave Canem), ha raggiunto Via Mercurio per visitare la Casa della Fontana Piccola, è ha attraversato il Foro.

Renzi a ExpoIdee ha parlato soprattutto di economia e sviluppo. «Se c'è una cosa chiara, e lo sa Cantone che qui gioca in casa, essendo napoletano, è che dobbiamo avere la consapevolezza che chi ruba non soltanto ruba un pezzo di paese, ma ci vuole rubare un pezzo di futuro e merita una pena doppia. Per questo - ha aggiunto - sui reati di corruzione abbiamo chiesto in parlamento di aumentare le pene. Qualcuno ha detto che giuridicamente non regge, ma moralmente sì».

Un passaggio anche sul futuro di Pompei e sulla situazione politica nel Paese. La «cultura è l'anima di un Paese e l'Italia è in questo una superpotenza». Per Renzi «riprendersi Pompei» è dire «che cosa è l'Italia che cambia». «Vinceremo la sfida di Pompei perché si gioca il derby tra chi gode nel creare problemi e chi punta a risolverli. Saremo sempre testardamente e tenacemente dalla parte della bellezza e di chi i problemi vuole risolverli».

Poi Renzi è intervenuto sull'Expo di Milano, di prossima apertura. «Expo può e deve essere una grandissima opportunità. Puntiamo a vendere 20 milioni di biglietti». Secondo il premier «Expo è una grandissima occasione per cambiare l'impostazione e l'approccio dell'Italia. Una gigantesca opportunità per tornare a fare l'Italia, perché il mondo globale chiede Italia. E se in questi anni l'Italia ha perso il treno della globalizzazione non è motivo per non mettersi a correre. Qualsiasi giorno di ritardo ci sia stato, è un'ottima ragione per correre più veloce».

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