Restyling San Paolo, l'accordo 14 anni dopo la prima proposta

Restyling San Paolo, l'accordo 14 anni dopo la prima proposta
di Paolo Barbuto
Domenica 25 Gennaio 2015, 13:12 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 12:37
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Come sarà il San Paolo rinnovato? Avveniristici box in vetro con vista campo destinati ai vip, ripristino delle strutture obsolete, nuovi seggiolini, riapertura dei parcheggi sotterranei, aree commerciali da destinare agli sponsor nell’anello esterno, al di sotto delle gradinate: il progetto per lo stadio è stato presentato l’altro giorno al sindaco di Napoli... Perdonateci lettori, vi abbiamo teso un tranello. Voi pensate che si tratti di un brano del giornale di ieri nel quale abbiamo raccontato, in esclusiva, il progetto futuro per il San Paolo, del quale hanno discusso De Laurentiis e De Magistris. Invece quello che avete letto è un estratto da un articolo pubblicato dal Mattino nel 2000, quattordici anni fa.



A voi sembra che i contenuti del 2000 siano gli stessi del 2014? Non vi sbagliate. Il fatto è che, dal primo giorno i cui s’è paventata la ristrutturazione del San Paolo ad oggi, non è cambiato nulla, anche se sono successe tantissime cose.



Torniamo al presente. Mercoledì prossimo un gruppo di dirigenti del Napoli incontrerà il capo di gabinetto del Comune, Auricchio che, assieme al suo staff, prenderà visione del progetto, articolato in 30 punti, del quale hanno parlato il sindaco e il presidente del club azzurro l’altro giorno. Si tratta di un progetto diviso in trenta frazioni, ogni intervento potrà essere effettuato in modalità autonoma per riportare, nel giro di due anni, il San Paolo ai fasti antichi.



Però prima di avviare il progetto bisogna affrontare il tema della convenzione. Alla fine dello scorso campionato si parlava senza mezzi termini di accordo in concessione dello stadio per 99 anni al club azzurro. Ovviamente in cambio il Calcio Napoli si sarebbe accollato interamente le spese di restyling dell’impianto. A quei tempi (maggio 2014) il progetto sembrava ben delineato e comprendeva anche un intervento del Credito Sportivo per il mutuo necessario ad ottenere immediatamente il capitale da investire nei lavori allo stadio.



Nel giro di nove mesi, però, le cose possono cambiare, per cui i termini dell’accordo, oggi, potrebbero essere completamente diversi. È il particolare della scissione in trenta diversi pacchetti di intervento che lascia presupporre una differente conclusione della vicenda-convenzione. Come andrà a finire lo scopriremo mercoledì e ci auguriamo che quella giornata sia vissuta all’insegna della serenità, anche se un flash back sui rapporti tra palazzo San Giacomo e Società azzurra non permette di prevedere esiti sereni.





I rapporti fra amministrazione e Calcio Napoli, sul tema dello stadio, sono sempre stati molto delicati e tesi. Era il 2003 quando l’allora presidente Naldi, affrontando il tema della privatizzazione dell’impianto appena varato dal Consiglio Comunale, accusò il sindaco Iervolino di «non avere idee chiare sul futuro dello stadio». E, nel corso degli anni, con il cambio di Amministratori a palazzo San Giacomo e presidenti alla guida del club calcistico, il concetto non è mai cambiato.





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