Budget esauriti, caos sanità in Campania: avanti solo chi paga

Budget esauriti, caos sanità in Campania: avanti solo chi paga
di Maria Pirro
Lunedì 31 Agosto 2015, 11:10 - Ultimo agg. 19:57
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Prenotare una visita o un esame è una lotteria al ritorno dalle vacanze. Esauriti i budget di spesa per numerose prestazioni nei centri che operano in convenzione, a pagarne il prezzo sono gli anziani, i pazienti oncologici, gli ammalati cronici, i disoccupati e i più poveri. Quelli esenti dal ticket, ma alla fine un po' tutti i napoletani alla ricerca di cure: costretti ad attese più lunghe in ospedale e alla Asl, a ricorrere al privato per velocizzare, oppure a rinunciare agli accertamenti clinici perché troppo costosi.



L’allarme viene lanciato dai medici di famiglia proprio perché i distretti e i presidi pubblici, che continuano a lavorare regolarmente, non sempre riescono a soddisfare le richieste con rapidità. Basta contattare il centro unico di prenotazioni dell’Asl per rendersene conto. «La data più vicina per l'ecocardiogramma è il primo ottobre al San Gennaro, l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici viene programmato il 23 novembre al San Giovanni Bosco, e la risonanza magnetica cinque giorni prima, il 18, nel distretto sanitario 31» certifica un addetto. Naturalmente, con il rientro di settembre i tempi sono destinati ad allungarsi, i centri in convenzione a fermarsi l'uno dopo l'altro.



Giuseppe Tortora e Saverio Annunziata, sindacalisti del Sumai, mostrano una tabella sulla previsione dell’interruzione dei servizi nelle strutture accreditate, per effetto dei tetti sforati in anticipo, con scadenze già superate o ravvicinate. Il 12 agosto, lo stop alle visite specialistiche. Il 16 agosto, agli esami di radiologia. Il 14 settembre, alla medicina nucleare. «Si tratta anche di indagini, a volte sofisticate come la Pet-tac, che, se eseguite privatamente, hanno costi enormi: insostenibili per una famiglia benestante, figurarsi per la Napoli più popolare» fanno notare. Nella «lista nera» ci sono anche la cardiologia e la diabetologia. Naturalmente, la situazione effettiva può variare e va verificata centro per centro, anche in base alle singole prestazioni. Ecco perché fissare un appuntamento dal dottore è una lotteria.





«Per una radiografia al ginocchio c'è un'ultima disponibilità: il 31 agosto alle 10.30. Anzi, no: lo spazio è stato appena impegnato... Mi spiace, la prestazione è solo a pagamento» dice un operatore di una delle aziende più accorsate. «Per una risonanza magnetica all'anca sinistra, invece c'è posto fino al 3 settembre» aggiunge. Struttura che chiami, risposta che ottieni: «Per eseguire l'elettrocardiogramma e il test da sforzo va segnata sulla ricetta anche la visita cardiologica» sostiene il receptionist di un'altra, che indica in agenda il 2 settembre, alle 18: volendo, però, si può posticipare: «Qui il blocco, al momento, non scatta».



Antonio Novissimo è il titolare di Salus srl e fa concorrenza in casa all'Ascalesi. Si vede prima il suo laboratorio d'analisi, sulla strada, poi quello dell'ospedale, ai piani superiori. «Operiamo - spiega - nello stesso condominio, e lavoriamo a pieno ritmo perché siamo pronti a eseguire qualunque tipo di esame, anche quelli meno comuni, a fugare qualsiasi dubbio sollevato dagli utenti, con un medico all'accettazione, e a dare una risposta immediata anche quando, sopra di noi, si verificano imprevisti o intoppi. Difatti, esaurito il budget annuale, dall'11 agosto scorso abbiamo dovuto sospendere gli esami in convenzione». Ed è iniziato il "ping-pong" al contrario: «Consigliamo di rivolgersi alla struttura pubblica per non pagare». In questo caso la prestazione si può ottenere in tempi brevi. Eppure, si contano 700 laboratori accreditati in tutta la Campania, cifre da record, secondo i dati diffusi dalla Regione che punta a riorganizzare la rete entro il 2017 (ricorsi permettendo). Ma anche il sistema pubblico va adeguato, e non solo il questo settore, come sottolinea l'Ordine dei medici di Napoli (link).



A proposito di analisi, Tortora e Annunziata segnalano altri problemi da affrontare con urgenza. «I laboratori privati mandano gli infermieri anche a casa, la struttura pubblica non è in grado di provvedere. Così può accadere che, con il blocco dei servizi in convenzione, nessuno oggi garantisca gratuitamente il servizio agli ammalati costretti a letto che interrompono il check-up, quando non possono permetterselo, mentre altri pazienti meno gravi si fanno ricoverare anche per eseguire accertamenti di routine pur di non sborsare un euro, ingolfando gli ospedali e costando di più alle casse statali».



Per la prima volta, quest'estate i tetti di spesa sono stati sforati anche nella radioterapia ma senza ripercussioni sul servizio reso agli ammalati: è l'impegno assunto dalla Regione Campania, che punta a chiarire le cause dei costi maggiorati («dovuti a una diversa modalità di fatturazione, non a un'impennata di casi» chiariscono i vertici della struttura sub-commissariale alla sanità). Una soluzione indispensabile. I punti di riferimento, come il Pascale, hanno una lista che si aggira intorno ai 45 giorni di attesa e cicli di interventi programmati da mesi. «Tra il 2014 e il 2015, noi abbiamo aumentato le attività del 15 per cento» dice con orgoglio il primario dell'istituto dei tumori di Napoli, Paolo Muto, che però aggiunge: «Non possiamo accogliere più pazienti, nonostante i macchinari hi-tech lo consentano, a causa delle carenze di personale tecnico in organico che sarebbero ancora più acute senza l'impegno prezioso di quattro volontari».



Al Pascale la radioterapia chiude nel primo pomeriggio. «Il nostro non è un caso isolato» avvisa Muto che fa parlare i numeri per dare le dimensioni del calvario vissuto dagli ammalati oncologici: «In Campania, con 5.8 milioni di abitanti, si contano 16 centri specializzati di cui 7 pubblici, 8 accreditati e uno privato. Nel 2014 qui sono stati trattati 10mila pazienti dei circa 14 mila attesi. Ciò significa che circa 4mila sono migrati fuori regione oppure, peggio, non hanno fatto la radioterapia».