Iniziativa del cardinale Sepe: «Così la Chiesa campana accoglierà i profughi»

Iniziativa del cardinale Sepe: «Così la Chiesa campana accoglierà i profughi»
di Rosanna Borzillo
Domenica 6 Settembre 2015, 13:19 - Ultimo agg. 13:41
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«Le immagini sconvolgenti di morti innocenti gridano vendetta al cospetto di Dio». E «l’Occidente fa fatica ad aprire il cuore e le braccia ai fratelli migranti», dice l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. «Una grande tragedia umana» a cui «si rischia «l’assuefazione».



Invece - prosegue Sepe - occorre agire e reagire. Subito. E i venticinque vescovi delle diocesi della Campania rispondono, con prontezza ed entusiasmo, all’invito lanciato dal presidente della Conferenza episcopale campana: lunedì 14 settembre, alle ore 10.30, convocazione straordinaria a Napoli, nel palazzo arcivescovile, in largo Donnaregina per parlare dei migranti. Qui si tratta di fare i fatti: Sepe chiede di portare progetti avviati, soluzioni possibili, di individuare spazi abitativi dignitosi per chi sfida il mare e la morte per cercare una possibilità di vita.



Ci sarà il prefetto della città partenopea, Gerarda Pantalone, per valutare insieme e sul momento la fattibilità delle proposte per verificare se lo stato dei luoghi che i vescovi hanno individuato per l’accoglienza potrà essere adattato alle esigenze di accoglienza di singoli e famiglie. Pionieri nell’accoglienza gli istituti religiosi. A partire ai francescani dell’istituto “S. Antonio La Palma” in salita Mauro dove gli immigrati sono accolti per doccia e servizio mensa. Sull’esempio dell’istituto della Sanità, in altre strutture potrebbero essere ripetuta la stessa esperienza: da quella dei Gesuiti in viale Sant’Ignazio di Loyola a quella degli Scolopi, in largo Donnaregina, un ex scuola con capienza di oltre settecento alunni.



Anche le religiose potrebbero, ad esempio, decidere di concedere istituti ormai chiusi, come quello a Torre Annunziata un tempo occupato dalle suore Apostole del Santo Rosario o ospitare i migranti in locali ormai con poche vocazioni, come quello delle Visitandine ai Camaldoli. Lo sguardo va anche a locali attualmente agibili e destinati ad altri servizi ma con grandi spazi a disposizione: Casa Betania, l’ex Seminario Minore in via Ponti Rossi dove attualmente è ospitata la comunità dei “Ricostruttori nella preghiera” ma ha ampi locali vuoti. È, comunque la prima volta, in Italia che i vescovi di una intera regione si siedono allo stesso tavolo con il rappresentante ufficiale dello Stato per ragionare sui migranti e fare una mappatura concreta delle effettive soluzioni abitative e la loro gestione.



«Daremo continuità e più forza al nostro impegno – scrive il cardinale - collaborando pienamente con le Istituzioni preposte». Dai venticinque Pastori campani sale la voce che la «tragedia che si va consumando nel Mediterraneo assume, infatti, intensità e drammaticità crescenti. Migliaia di migranti in cerca di libertà, di diritti e di futuro bussano ogni giorno alle nostre porte». Le immagini dei giorni scorsi non potevano lasciare indifferenti. «Pesano sulle coscienze di tutta la comunità internazionale», ribadisce Sepe. Da qui anche l’intervento dell’Arcivescovo al meeting interreligioso di preghiera per la pace, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, che si sta svolgendo a Tirana.



«Dobbiamo tutti fare appello alla nostra coscienza – prosegue Sepe – per aiutare i nostri fratelli che si fanno pellegrini per sfuggire alla guerra. È questo il tempo di superare ogni divisione, di unire le forze». Le Chiese della Campania vogliono mettere in rete spazi e risorse umane, per un unico e forte coordinamento, che diventi segno di solidarietà per l’unica famiglia umana che non ha frontiere, lingue e colori.