Buon compleanno Sophia Loren, per la diva una vita al massimo

Buon compleanno Sophia Loren, per la diva una vita al massimo
di ​Titta Fiore
Sabato 20 Settembre 2014, 12:39 - Ultimo agg. 14:24
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Una festa in famiglia. Figli, nipoti, sorella e pochi amici. L’aveva pensato così, Sophia Loren , il compleanno fatidico. Ottant’anni compiuti oggi. Ottanta, magnifici anni.



Almeno, così l’aveva annunciato a Cannes, a Napoli e ovunque avessero cominciato a celebrarla, mesi fa, anche grazie all’uscita del film la «Voce umana», diretto da suo figlio Edoardo. E invece eccola a Città del Messico, in pompa magna, ad inaugurare la mostra di cimeli e memorabilia che le ha dedicato il Museo Soumaya del magnate Carlos Slim, l’uomo che la rivista «Forbes» ha indicato come «il più ricco del mondo» ininterrottamente dal 2010 al 2013.



Un vecchio amico cui la legano l’amore per l’arte (sono entrambi collezionisti) e per la musica. «Questo non è un omaggio al passato, è il prologo di una buona vita, che mi ha dato molto» ha detto lei, accompagnata dal figlio direttore d’orchestra Carlo jr. «Ho ancora voglia di lavorare, mi alzo ogni giorno con un sacco di idee». Come si sia preparata nel suo intimo al traguardo importante di una vita leggendaria, lei sola lo sa.



Il riserbo, la timidezza innata, la semplicità degli esordi che ha conservato pur raggiungendo risultati straordinari, l’hanno messa naturalmente al riparo dagli eccessi mediatici, dagli exploit narcisistici che di solito accompagnano la carriera di una star. Gli altri, in ogni parte del mondo, l’hanno omaggiata in mille modi: retrospettive, concerti, party con candeline, lezioni di cinema, esposizioni di cimeli, edizioni speciali di rotocalchi, copertine, trasmissioni televisive e documentari. Stasera, tanto per dire, Diva Universal manderà in onda «Sophia racconta la Loren », il docufilm che Marco Spagnoli ha costruito come un autoritratto attraverso cinquant’anni di interviste e testimonianze. E su Raitre si vedrà la copia appena restaurata di uno dei suoi film più importanti, «Una giornata particolare» di Ettore Scola. Sarà davvero, e in ogni caso, una giornata particolare, per donna Sofia.



Un’occasione per ripercorrere impressioni e ricordi. Ottant’anni e non sentirli. Ma averli vissuti a passo di carica, come una lunga, inesausta corsa, questo sì. Non a caso, per la prima volta la Loren ha avvertito il bisogno di mettere ordine nella sua già ordinatissima memoria di nata sotto il segno della vergine dando alle stampe un’autobiografia dal titolo simbolico: «Ieri, oggi, domani».



Ieri, ovvero l’infanzia difficile a Pozzuoli, figlia di una donna affascinante come la Garbo e anticonformista, Romilda, e di un uomo che non volle mai sposarla, Riccardo Scicolone. Ieri, gli anni della guerra e della fame di una ragazzina magra magra e scura scura che poi diventerà magnifica, bella di una bellezza personalissima e fuori standard che preoccupava i fotografi di set ai provini («ha il naso troppo lungo, la bocca troppo larga») e ammaliava gli uomini ai concorsi di bellezza: «Ormai ero una habitué di quel genere di manifestazioni, con una spiccata preferenza per i secondi posti». Arrivò seconda anche una sera di settembre del 1951 a Colle Oppio. In giuria c’era Carlo Ponti, aveva trentanove anni, ventidue più di lei, ed era già un produttore affermato.



La notò, le mandò un bigliettino al tavolo, l’invitò a fare un provino. Il resto è storia, storia del cinema. L’oggi di Sophia Loren , la diva stellare con quel «ph» sofisticato nel nome d’origine che la madre volle darle in omaggio alla riottosa nonna paterna, è una carrellata di successi senza tempo. L’incontro con Vittorio De Sica e la nascita di un sodalizio irripetibile, l’Oscar per «La ciociara» che non andò a ritirare per paura di perdere («se avessi vinto sarei svenuta, se non me l’avessero dato sarei svenuta lo stesso») e quello alla carriera che anni dopo le consegnò Gregory Peck, i tanti film con Mastroianni, «il fratello, l’amico di una vita», l’avventura hollywoodiana al fianco dei divi più grandi, da Cary Grant che l’amò di amore vero, a Marlon Brando, i numerosissimi riconoscimenti che l’hanno fatta entrare nel Guinness dei primati come l’attrice italiana più premiata di sempre.



I figli Carlo e Edoardo, desiderati più di ogni altra cosa al mondo, gli adorati nipoti Vittorio e Lucia, Leo e Beatrice, «il grande miracolo della mia vita». Sono come un ponte verso il futuro, quei quattro bambini per i quali Sophia a Natale prepara struffoli buoni come quelli che faceva a Pozzuoli zia Rachelina. Con loro, quando può, parla in napoletano, per mantenere più saldo il legame con le radici: «È la lingua della mia vita». E in napoletano ha voluto recitare nella «Voce umana», affidando a Erri De Luca la traduzione del testo di Cocteau, perché solo nella propria lingua si può dare corpo alla passione. Nel ruolo è stata comunque maestosa come una regina. L’ultima vera regina dello schermo.