«Cenone sicuro»: dalle spigole alle vongole, maxisequestro di pesce avariato

«Cenone sicuro»: dalle spigole alle vongole, maxisequestro di pesce avariato
di ​Francesca Raspavolo
Sabato 20 Dicembre 2014, 11:46 - Ultimo agg. 12:11
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Torre del Greco. Salmone, alici, spigole, pesce spada, orate, sogliole e merluzzi. E le immancabili aragoste di Natale. Venduti come freschi ma spesso scongelati, e sempre in cattivo stato di conservazione. I prodotti a rischio sono stati scoperti e sequestrati ieri mattina dai militari della Capitaneria di Porto di Torre del Greco, impegnati nell’operazione «Cenone sicuro».



Insieme con gli uomini del comando regionale del Corpo Forestale dello Stato e con il supporto del servizio veterinario regionale dell’Asl, la Guardia Costiera ha passato al setaccio centinaia di pescivendoli e commercianti ittici del vesuviano e nolano, smascherando - a pochissimi giorni dall’arrivo del Natale - oltre 500 chili di pesce dannoso messo in commercio illecitamente. Pesce spacciato come fresco ma anche venduto come surgelato, in larga parte però scaduto da diverse settimane. Denunciati tre titolari di altrettante aziende del centro storico che vendevano prodotti in cattivo stato di conservazione e quasi 15mila euro di multe per carenze in fatto di tracciabilità, stato di conservazione, etichettatura e modalità di vendita dei prodotti.



In particolare gli esercizi commerciali ispezionati dalla Capitaneria di Porto sono stati 22: 12 gli illeciti amministrativi rilevati per un totale complessivo 50mila euro di sanzioni. Si va dalla mancanza di elementi di tracciabilità del pesce all’errata o mancata etichettatura passando per l’assenza del marchio Ce. Ancora, sei i sequestri eseguiti dal personale della Guardia Costiera, 5 quelli penali per prodotti ittici in cattivo stato di conservazione, immessi sul mercato sotto taglia minima. Cinque i pescivendoli abusivi denunciati. Tra i prodotti contraffatti sequestrati dai militari - guidati dal comandante Rosario Meo - c’è tutto il menu natalizio: salmone, alici, spigole, pesce spada, orate, sogliole, merluzzi. Perfino le rane pescatrici. Per non parlare di aragoste e astici, importati senza rispettare gli standard igienico-sanitari e proposte come fresche di giornata.



E, ovviamente, i classici frutti di mare: cozze, vongole e telline che i militari hanno trovato «privi di tracciabilità ed etichettatura, in alcuni casi addirittura non idonei al consumo umano». Una carenza valsa ad alcuni commercianti ambulanti anche la segnalazioni all’Iinps per le irregolarità riscontrate nella tenuta del personale. Non solo personale senza contratto ma anche locali non a norma: di qui ben quattro prescrizioni inflitte dall’Asl per non conformità igienico-strutturali dei negozi.



Insomma, una vera e propria maxi frode commerciale, con tanto di «introduzione in commercio di prodotti ittici sottomisura provenienti da zone di cattura estera non consentite, contraffazione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine di prodotti agroalimentari, detenzione di prodotti sia di origine alimentare che vegetale allo stato di congelazione ed in cattivo stato di conservazione». Un’operazione di polizia e di repressione preceduta da un’intensa attività investigativa di intelligence condotta nelle scorse settimane dal personale della Capitaneria e del Corpo Forestale dello Stato: 20 gli uomini della Guardia Costiera di Torre del Greco impegnati nei controlli, insieme ai colleghi dell’ufficio circondariale marittimo di Torre Annunziata e ad altre venti unità del comando regionale di Napoli del Corpo Forestale dello Stato e del coordinamento territoriale dell’ambiente. Ad eseguire i test sul pesce tre medici del servizio veterinario regionale e due finanzieri della compagnia di Nola per un blitz che, già nel nome «Cenone Sicuro», contiene la mission delle forze dell’ordine.