Schianto in Tangenziale. Torre del Greco si ferma per Aniello. I figli: era il nostro eroe semplice

Schianto in Tangenziale. Torre del Greco si ferma per Aniello. I figli: era il nostro eroe semplice
di Mariella Romano
Giovedì 30 Luglio 2015, 08:35 - Ultimo agg. 08:40
2 Minuti di Lettura
Torre del Greco. Il giorno dell'addio, per la famiglia di Aniello Miranda, inizia sotto il sole cocente delle quattro del pomeriggio: la macchina con la bara in mogano scuro ricoperta di fiori rossi e rosa fa una sosta davanti al portone di casa prima di procedere verso la chiesa di Santa Maria La Bruna, a Torre del Greco, dove il feretro è atteso per i funerali. Sono momenti di emozione fortissima.



Soprattutto per la moglie, Anna Giaffalli, che alle tre del mattino di sabato scorso, è stata la prima a dargli il buongiorno e l'ultima a vederlo vivo proprio lì, sulla porta di casa: il caffè, quattro chiacchiere in cucina per commentare un sogno che aveva turbato Aniello e il solito bacio prima di andare. Poi, la tragedia, meno di un'ora più tardi, con la notizia che Aniello non era sopravvissuto all'impatto contro la macchina guidata in contromano sulla tangenziale di Napoli, dal dj Aniello Mormile, risultato positivo all'alcool test e accusato di duplice omicidio volontario per la morte anche della fidanzata Livia Barbato. Immagini vivide rimaste impresse nei racconti e nei ricordi dei due figli di Aniello, Mena e Angelo, che oggi, nel tentativo di condividere il dolore, accompagnano il loro papà, il loro eroe, sorreggendosi a vicenda e tenendosi abbracciati a mamma Anna. L'ultima ad arrivare in chiesa, pressata da un dolore che non ha misura, è la mamma di Aniello, Filomena Marra, 72 anni e gli occhi gonfi di pianto. Fa fatica anche a muovere un passo.



E per raggiungere la prima fila nella navata centrale della parrocchia della Madonna Bruna, come la chiamano da queste parti, è costretta ad aggrapparsi all'altro figlio, Vincenzo, stessi occhi, stessi capelli brizzolati, stesso sorriso di Aniello. È uno strazio, vederla portare un fardello che sembra schiacciarla. Per lei, resta la pietà dei parenti, degli amici, dei vicini, della tanta gente accorsa in chiesa, nonostante l'afa e nonostante la ressa, per l'ultimo saluto ad Aniello. Don Roberto Granatino, il giovane sacerdote che celebra il rito funebre, nel giorno che la Chiesa dedica a Santa Marta, una delle due sorelle di Lazzaro, sceglie il passo del Vangelo di Giovanni nel quale si testimonia la Resurrezione. Parla di dolore condiviso, don Roberto, di pietà e di misericordia, restituendo ai figli di Aniello la certezza che "la fede semplice" del loro padre, gli ha spalancato le braccia di Cristo. Nessun accenno all'incidente né al perdono invocato dal padre di Aniello Mormile.



Non una parola per il giovane sopravvissuto alla tragedia che lui stesso ha provocato. L'ultimo viaggio di Aniello si conclude con il duplice svenimento in chiesa prima della moglie Anna e poi della mamma Filomena, unite dal dolore e dalla stessa, immane, tragedia.