Stazione e molo Beverello, l’assalto all’americano

Stazione e molo Beverello, l’assalto all’americano
di Gennaro Di Biase
Venerdì 28 Agosto 2015, 08:22
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I taxi abusivi sono tanti, dovunque, e spesso lavorano con veicoli vecchi e malridotti, pericolosi per l'incolumità dei passeggeri. Non è affatto incoraggiante il dato della diffusione di corse illecite a pagamento in città nell'ultimo anno. I sindacati parlano di «un aumento del 20 per cento circa del trasporto non autorizzato dall'estate del 2014 a oggi», spiega il tassista e sindacalista Usb Domenico Matarrese. Da Palazzo San Giacomo, il dirigente comunale del Servizio Trasporto Pubblico Pasquale Del Gaudio usa la parola «tsunami» per descrivere l'escalation del taxi illecito. Tanto che l'assessore alla Mobilità Mario Calabrase chiederà presto «un aiuto al Prefetto per contrastare il fenomeno». La mappa degli abusivi è molto estesa. I punti d'approdo internazionale, a Napoli, sono presi d'assalto da tassisti non autorizzati. I croceristi, appena messo piede all'esterno del porto, lungo il tormentato percorso pedonale dalla Stazione Marittima a piazza Municipio, si trovano assediati da richieste di passaggi che possono costare anche 100 euro a persona.



Discorso diverso alla stazione, dove gli abusivi «accolgono» i clienti ai binari pur di accaparrarseli. Stessa situazione a Capodichino, dove gli abusivi scortano i turisti dagli arrivi fino a un'auto privata in qualche parcheggio vicino all'aeroporto. A questi tre snodi cruciali vanno aggiunti il carcere di Poggioreale, altro baluardo dei tassisti abusivi, e il luogo di ritrovo domenicale, piazza Principe Umberto, vicino alla ferrovia. Nemmeno la zona ospedaliera è immune: «Gli abusivi stazionano all'interno del Policlinico, lato Toscanella, spiega Matarrese». Sembra invece rientrato il fenomeno del pulmino bianco, privo di qualsiasi licenza, che offriva passaggi a pagamento verso piazza Garibaldi: «Il mezzo è stato sequestrato - continua Matarrese - ma mi risulta che gli stessi personaggi si siano organizzati con una Multipla che fa fermate come i bus». Un fattore da non sottovalutare: le condizioni, spesso precarie per la sicurezza dei passeggeri, dei mezzi abusivi. In giro si vedono vecchie Punto ormai in brandelli, Station Wagon in voga 15 anni fa. Alcune vetture sono sprovviste di assicurazione e revisione. Altri, confermano i sindacati, offrono passaggi su veicoli già messi sotto sequestro amministrativo dalle autorità.



Un dato è certo: il passaggio illecito a pagamento qui è in forte crescita e le forze dell'ordine hanno bisogno di cogliere il reato in flagranza per poter procedere a sequestri e multe. Ma prima di comprendere le motivazioni del boom, vanno fatti dei distinguo nella categoria dei «non autorizzati», che comprende centinaia di veicoli attivi sul suolo napoletano. In testa ci sono i taxi abusivi veri e propri: cioè auto private, senza licenze di alcun tipo, che a volte recano anche la scritta «taxi» ma non hanno numero di serie. Altra tipologia è quella dei tassisti che, senza chiamata, arrivano a caccia di clienti da altri Comuni. In questo caso il numero di serie è scritto sullo sportello dell'auto bianca, ma non è compreso tra 2.000 e 4.376 (questo l'intervallo delle licenze rilasciate da Palazzo San Giacomo). Ma come mai questo aumento dei non autorizzati? «I Comuni della provincia di Napoli rilasciano in maniera spregiudicata titoli e licenze, senza rispettare i vincoli dei parametri economici - dice Del Gaudio - Per intenderci: se un Comune ha 1000 abitanti e rilascia 300 licenze non va certo bene». Per questo Napoli si riempie di taxi da altri Comuni? «Sì: in provincia c’è un'offerta superiore alla domanda, quindi il servizio si sposta qui, dove c’è afflusso di turisti.



Anche gli Ncc che non rispettano le norme sono un problema». Che fare? In Comune la lotta si sta portando avanti: «La polizia municipale ha compiuto diversi blitz in piazza Garibaldi contro gli abusivi nei mesi scorsi - dice Calabrese - Chiederemo una mano al Prefetto per contrastare il fenomeno. Ci serve l'aiuto delle altre forze dell'ordine».
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