«Le vicende che di recente hanno condotto nuovamente alla nuova chiusura del Teatro Trianon Viviani, teatro pubblico napoletano, e il successivo commissariamento della società di gestione, costituiscono motivi di grande preoccupazione - si legge nella lettera - Ciò non solo per l'impoverimento dell'offerta culturale, ma anche e soprattutto per le drammatiche ricadute sui livelli occupazionali. Avvertiamo l'obbligo, altresì, di intervenire - per evitare la definitiva scomparsa del teatro del popolo della città - ora che sono note concrete ambizioni di acquisto del bene da parte di soggetti che ne muterebbero la destinazione d'uso in un supermercato».
Il Trianon, sottolineano de Magistris e Daniele, «possiede, da sempre, una riconosciuta collocazione storica, culturale ed artistica». «Sorto, infatti, nel 1911 nel centro storico Unesco di Napoli, la sala - al cui interno insiste addirittura un reperto greco risalente al IV/ III sec.
a.c. - ha svolto la funzione fondamentale di valorizzare e diffondere la tradizione musicale della canzone napoletana - ricordano - Nel corso degli anni, hanno calcato il palcoscenico le maggiori famiglie di teatranti della nostra città: dagli Scarpetta ai De Filippo, dai Viviani ai Taranto, dai Maggio ai Di Maio, nonchè attori quali Nicola Maldacea e Totò e cantanti dell'importanza di Elvira Dannarumma, Mario Pasqualillo, Salvatore Papaccio. Il teatro Trianon ha conosciuto anche la prestigiosa direzione del Maestro Roberto De Simone».