Terra dei Fuochi: trenta nuovi siti da ispezionare tra Napoli e Caserta | Video esclusivo

Ecoballe provincia di Caserta
Ecoballe provincia di Caserta
di Oscar De Simone
Giovedì 24 Luglio 2014, 01:42 - Ultimo agg. 25 Luglio, 15:18
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Sono ancora trenta i siti da ispezionare nei territori al limite delle aree di Napoli e Caserta. Nuove superfici da esplorare ed analizzare con attenzione, per conoscerne il grado di tossicità – qualora ce ne fosse – e garantirne la genuinità delle colture. Non c’è pace nella terra dei fuochi e solo osservandola dall’alto si riesce a percepire la portata del più grande disastro ambientale che la regione ricordi.



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Un volo sui territori tra Giugliano, Caivano, Caserta ed Aversa. Su quelli che sembrano essere universi paralleli, vere dimensioni alternative, coesistenti con la realtà che viviamo tutti i giorni.





Dall’alto tutto cambia e le prospettive dai finestrini di un elicottero si modificano rapidamente. Quasi non si riconoscono i luoghi in cui si vive e diventa complesso anche solo individuare una strada o una piazza. Le macchie scure dei terreni incolti però, si riconoscono subito ed immediatamente ci si rende conto di trovarsi davanti ad uno scenario di morte, immerso nella quiete e nella serenità di un paese ricco di attività commerciali, di scuole e di tutte quelle strutture che rendono la vita “normale”.



Di questo mondo parallelo, si vedono i “graffi” generati dagli scavi effettuati nei campi – come quello di Villa di Briano – che hanno riportato in luce centinaia di metri di rifiuti speciali.



«Il nucleo investigativo di polizia ambientale del Corpo Forestale dello Stato - commenta il commissario capo Rosa Codella - incaricato dalla Procura della Repubblica di Napoli, dal 2013 ad oggi, ha effettuato molteplici sequestri come quello in località Villa di Briano in provincia di Caserta. Gli scavi – profondi tra i sedici ed i venti metri – hanno mostrato che anche al di sotto della falda acquifera, furono interrati rifiuti speciali come pneumatici ed altri materiali plastici».



Ma a quanto pare non è tutto. «In altri casi poi, come quello nel territorio di Sanganiello a Caivano - prosegue Codella - sono stati sequestrati terreni incolti che con il tempo erano diventate vere discariche di materiali di ogni genere. Sotto metri e metri di terra infatti, furono rinvenuti solventi, colle, copertoni, e persino residui di materiali edili».



Casseforti dell’orrore insomma, nel cuore della terra dei fuochi. Paesaggi grigi che nascondono il più terrificante dei “segreti” e che anche dall’alto sono difficilmente individuabili. «Anche le falde acquifere che rifornivano i terreni confiscati - conclude il commissario Codella - sono state analizzate con attenzione. Siamo presenti sul territorio e lo saremo sempre di più».



I sequestri ed il costante impegno degli uomini della Forestale in zone come quella di Sanganiello, hanno segnato un punto importante nella “lotta” comune per la salvaguardia dell’ambiente e dei terreni agricoli. Sono sempre di più infatti, i cittadini che vivono nei territori a rischio e che sono pronti a denunciare.

Le nuove attività di ricerca, sveleranno presto quanti e quali tipi di materiali sono ancora sepolti sotto terra. Riveleranno i nuovi scenari del degrado generato dall’apertura di questi moderni vasi di Pandora, coperti dall’indifferenza di chi li ha interrati e dallo sgomento di chi non vorrebbe mai aprirli.





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