Terra dei fuochi, nuovi reati contro chi inquina

Terra dei fuochi, nuovi reati contro chi inquina
di Gerardo Ausiello
Venerdì 24 Aprile 2015, 23:20 - Ultimo agg. 25 Aprile, 10:03
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Quattro nuovi reati contro i criminali ambientali, quelli responsabili dell’emergenza Terra dei fuochi ma anche delle altre ferite aperte nel Paese, da Nord a Sud. Sono contenuti nel disegno di legge che ormai da mesi sta facendo la spola tra Camera e Senato, in attesa dell’approvazione definitiva.



Oggi i danni all’ambiente, che rientrano nella categoria delle contravvenzioni, sono di fatto reati di serie B. Se arriverà l’ok al ddl, saranno finalmente considerati delitti, con un allungamento dei termini di prescrizione, in certi casi fino a 30 anni.



È il caso, in primis, del reato di inquinamento ambientale. Nel testo in discussione in Parlamento si legge che «chi cagiona una compromissione o un deterioramento rilevante dello stato del suolo, del sottosuolo, delle acque o dell’aria; dell’ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna selvatica, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10mila a 100mila euro».



Un altro «buco» che si sta cercando di colmare è relativo al disastro ambientale, definito come «l’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema o l’alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, ovvero l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza oggettiva del fatto per l’estensione della compromissione ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo».



Ebbene chi commette il reato di disastro ambientale sarà punito con una pena pesante, da 5 a 15 anni di reclusione. Infine i reati di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (reclusione da 2 a 6 anni con multa da 10mila a 50mila euro) e di impedimento del controllo, che colpisce (con la reclusione da sei mesi a 3 anni) chi intralci o eluda le attività di monitoraggio ambientale.



Un pacchetto di norme strategiche, dunque, grazie al quale si potrebbe compiere un salto di qualità nel contrasto a chi inquina e devasta l’ecosistema. Eppure, vista anche la delicatezza della materia, non mancano i ritardi. Dopo un primo passaggio alla Camera e al Senato, il testo modificato è tornato a Montecitorio, dove è parcheggiato già da alcune settimane.



Proprio per tentare di accelerare al massimo l’iter di approvazione, giovedì si è svolto alla Camera un vertice a cui hanno partecipato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Walter Verini e gli altri parlamentari competenti. Risultato: si è deciso di ritoccare solo la parte del testo che, per effetto di un emendamento approvato al Senato, blocca di fatto le trivellazioni dell’Eni.



«Non possiamo permetterci di mettere in crisi la nostra industria energetica», è il ragionamento che si fa a Montecitorio. Il ddl così modificato tornerà a Palazzo Madama dove c’è però l’impegno a blindarlo ed approvarlo entro tre settimane. A conti fatti, entro fine maggio il provvedimento dovrebbe diventare legge.



Ad annunciarlo è stato lo stesso Verini, che ieri ha partecipato a Napoli alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per l’istituzione della Giornata nazionale contro il biocidio e tutte le Terre dei fuochi, promossa dalla deputata del Pd Michela Rostan: «Potrebbe tenersi simbolicamente il 19 gennaio, quando ricorre l’anniversario della scomparsa di Michele Liguori, il vigile urbano-eroe di Acerra che ha dedicato la sua vita alla difesa dell’ambiente», ha spiegato la parlamentare.
E il generale del Corpo Forestale, Sergio Costa, ha chiarito che «si sta controllando il territorio metro per metro. Finora solo in una circostanza sono stati trovati prodotti contaminati».
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