Torre del Greco. Fallimento Deiulemar, la rabbia dei risparmiatori: le casse sono vuote

Torre del Greco. Fallimento Deiulemar, la rabbia dei risparmiatori: le casse sono vuote
di Teresa Iacomino
Sabato 10 Ottobre 2015, 10:29 - Ultimo agg. 10:34
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TORRE DEL GRECO - Ennesima doccia fredda per gli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale fallita tre anni fa e nella quale quasi tredicimila persone avevano investito - e perso - oltre 720 milioni di euro.

Le casse dell’ex colosso di via Tironi sono infatti praticamente vuote: secondo le stime fatte dai curatori fallimentari, all’attivo ci sarebbe al momento appena lo 0,6% del monte complessivo dei debiti, relativi quindi non soltanto ai soldi vantati dagli investitori ma anche a quelli dovuti ai dipendenti e ai diversi creditori privilegiati. Insomma, davvero poca cosa. Il dato è emerso nel corso dell’incontro svoltosi presso il tribunale di Torre Annunziata e richiesto da una delegazione di risparmiatori, incontro al quale hanno partecipato le curatele fallimentari della Deiulemar compagnia di navigazione e quella della «società di fatto».



Con i risparmiatori anche alcuni loro avvocati: «Da questo punto di vista - ha detto Antonio Cirillo, legale di numerosi obbligazionisti - non potevamo aspettarci grandi cose. Sapevamo infatti che le liquidità in cassa della compagnia di navigazione erano davvero irrisorie. Le possibilità per i risparmiatori di recuperare quanto investito sono tutte concentrate sulle procedure legate alla società di fatto».

Avanzate anche delle richieste da parte degli obbligazionisti: «Abbiamo chiesto alla curatela fallimentare - fa sapere Giovanni Pagano, rappresentante del comitato Trasparenza e legalità - se i fondi, pure irrisori, presenti nella casse della Deiulemar compagnia di navigazione possono essere distribuiti tra le migliaia di risparmiatori».



Una proposta che però al momento non sarebbe stata presa in considerazione: «E non poteva essere altrimenti - spiega sempre l’avvocato Cirillo - visto che non sono ancora maturi i tempi per una procedura risarcitoria, seppur minima. Ci sono, come ci hanno spiegato sempre i componenti della due curatele fallimentari, altri beni che potrebbe presto rientrare nelle disponibilità dei due fallimenti, ma ogni ipotesi adesso sarebbe del tutto azzardata».



Intanto i rappresentanti dei vari comitati degli investitori proseguono la raccolta firme avviata da alcune settimane per chiedere al presidente del tribunale di Torre Annunziata, Oscar Bobbio, e al giudice delegato per il fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione, Massimo Palescandolo, di riformulare il comitato dei creditori, portandolo nuovamente a cinque unità rispetto alle tre attuali: «In modo da rappresentare - dicono nella petizione, che ha raggiunto quasi mille sottoscrizioni - in misura equilibrata quantità e qualità dei crediti, adeguandosi a quanto prescritto dalle leggi fallimentari. Logica conseguenza - è il pensiero dei risparmiatori - della nostra richiesta sarebbe riportare a cinque il numero dei componenti del comitato dei creditori, dei quali tre nominati come rappresentanti degli obbligazionisti, ingaggiati con lo stesso trattamento economico dei predecessori».



Una battaglia senza fine, di cui ancora non si intravvede la fine e sulla quale non cala la rabbia dei consumatori: la beffa Deiulemar ha infatti messo in seria difficoltà tutta l’economia torrese. Il commercio in primis.
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