Varcaturo. Resta in carcere il cuoco algerino, H.A., 47 anni, con regolare permesso di soggiorno in Italia, arrestato domenica scorsa nella sua abitazione di Varcaturo, per aver maltrattato e torturato sia il primo figlio, che la sua convivente.
Troppo gravi e circostanziate le le accuse contro l'uomo, che è comparso davanti al gip Isabella Confortini del Tribunale di Napoli Nord, nel corso dell'udienza di convalida. Il pubblico ministero Ilaria Corda, della Procura di Napoli Nord, nella sua lucida e cruda requisitoria ha chiesto che l'imputato restasse in carcere, non sono per i gravi reati che gli sono stati contestati e che vanno dalle lesioni aggravate dai futili motivi alele sevizie, ma anche per tutelare la sua convivente ( una donna di orgine polacca) e i tre figli nati dalla loro relazione, letteralmente scappati da Varcaturo, e ora ospitati in una località protetta in provincia di Campobasso.
L'uomo ha tenato una qualche giustificazione a quello che gli è stato contestato in aula, respingendo le accuse e adducendo che se c'era stato qualcosa era solo per educare i figli.