Napoli, dedicata a bimba di Auschwitz la via intitolata al presidente del tribunale fascista della razza

Napoli, dedicata a bimba di Auschwitz la via intitolata al presidente del tribunale fascista della razza
Martedì 27 Gennaio 2015, 11:50 - Ultimo agg. 13:47
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Il comune di Napoli ha deciso di intitolare una strada della città alla memoria di Luciana Pacifici una bambina di otto mesi, di origine napoletana, che fu deportata ed uccisa al suo arrivo nel lager di Auschwitz.



Lo ha annunciato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris intervenuto alla celebrazione della giornata della memoria al Maschio Angioino. Via Pacifici sarà al borgo Orefici: il suo attuale nome è via Gaetano Azzariti che fu presidente del tribunale fascista della razza, introdotto dal regime con le leggi razziali del '38 concordate da Mussolini con il regime nazista.



«Nella nostra città - ha detto de Magistris - ci sono strade che non ci piacciono, intitolate a persone che non ci piacciono e anche se cambiare la toponomastica non è semplice, noi lo vogliamo fare». L'intitolazione è prevista nel mese di maggio.





«Dobbiamo stare attenti e ribellarci quando vediamo i sintomi dell'oppressione». De Magistris, rivolgendosi in particolare ai ragazzi presenti in sala, ha evidenziato che «ancora oggi in Europa e nel mondo ci sono guerre e focolai, ci sono parti di popoli che vengono discriminati, oppressi e uccisi. La diversità - ha aggiunto - non è un pericolo o un crimine, ma una ricchezza».



Durante la cerimonia, che ha visto la partecipazione di autorità civili, militari e religiose, sono stati consegnati riconoscimenti alla memoria e all'impegno.
Le Stelle di David sono state consegnate alla memoria di Tullio Foa, alla memoria di Marcello Torre sindaco di Pagani ucciso dalla criminalità organizzata e a Giovanni Maddaloni per l'impegno dedicato ai giovani nel quartiere di Scampia. «Settanta anni fa - ha concluso de Magistris - i popoli si ribellano a governi riconosciuti. Le oppressione, a volte, si manifestano anche con la legalità formale. Invito tutti a saper distinguere la giustizia dalla legalità formale».