Portici. Genitore ucciso in una rapina: «Mio padre vittima innocente, dopo i funerali lasciati soli»

Portici. Genitore ucciso in una rapina: «Mio padre vittima innocente, dopo i funerali lasciati soli»
di Antonio Cimmino
Giovedì 8 Ottobre 2015, 08:40 - Ultimo agg. 09:31
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«A rischiare veramente la vita sono le persone perbene». Parla Silvana, figlia di Mariano Bottari, freddato l’anno scorso a Portici da un proiettile vagante - non si può certo dire che una persona perbene scende di casa per andare a commettere una rapina. Sarebbe singolare, anche solo per un attimo, riuscire seriamente a pensare davvero il contrario. Il commerciante ha usato un’arma? Era autorizzato a tenerla, e ha agito come ha meglio creduto in quel momento». Fu un tentativo di rapina ai danni di un’altra persona a costare la vita a Mariano Bottari, il pensionato 75enne freddato sotto casa l’anno scorso a Portici, padre di 6 figli. Nel corso dell’inseguimento ad un imprenditore da parte di due altre persone in sella ad uno scooter (intenzionati a portargli via l’incasso dei distributori di benzina appena raccolto) furono esplosi alcuni colpi di arma da fuoco. Uno di questi costò la vita a Bottari, che quella mattina del 28 luglio del 2014 era uscito per fare la spesa.

Ieri mattina ad Ercolano un commerciante di preziosi ha reagito uccidendo i due banditi che tentavano di rapinarlo: l’uomo, che già in passato aveva subito rapine, aveva rinnovato da poco il porto d’armi.

«Si tratta di tutt’altra storia rispetto a quanto successe a mio padre: questa persona era autorizzata a detenere l’arma ed ha agito come ha meglio creduto in quel momento. Sicuramente quello che ha accaduto desta sensazioni contrastanti: d’altronde non fa mai piacere sapere che qualcuno ha perso la vita. Ma esiste o no la legittima difesa? È probabilmente quanto il commerciante ha praticamente messo in atto, sentendosi aggredito».



E i rapinatori?

«I rapinatori, ieri mattina, hanno perso la vita: da un lato mi sentirei di dire che siamo tutti esseri umani ed è difficile dare un giudizio. Forse per la verità non spetta neppure a noi. Dall’altro, erano lì con delle precise intenzioni, non di certo quello che si direbbero animare persone perbene e che in una società civile e onesta vogliano recare un contributo in positivo».



Sulla vicenda di suo padre, è emerso che il colpo che lo ha raggiunto al volto è stato sparato nel corso di un tentativo di rapina a un imprenditore e non di uno scontro nell’ambito della criminalità organizzata, come si era ipotizzato inizialmente.

«Le indagini sono ancora in corso, e con loro anche il dolore è ancora vivo. Durante i funerali di nostro padre don Tonino Palmese, che ha ufficiato le esequie insieme a don Peppino De Crescenzo, ha voluto esprimere tutto quello che c’è di sbagliato in ciò che è accaduto alla persona innocente di nostro padre. Stava solo andando a fare la spesa per sua moglie. Ed è morto. Ma soprattutto, non è vero che si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato. Era un uomo che stava al posto giusto al momento giusto: viveva la sua vita. Al posto sbagliato nel momento sbagliato erano le persone che lo hanno ucciso. Al posto sbagliato al momento sbagliato sono tutti quelli che di casa escono per compiere barbarie, per rubare vita umana».



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