«Note di seta», suggestioni in chiesa a Napoli

«Note di seta», suggestioni in chiesa a Napoli
Sabato 21 Novembre 2015, 01:26 - Ultimo agg. 4 Novembre, 14:50
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La musica rappresenta un elemento forse irrinunciabile di vita quotidiana, una composizione multimediale, capace di livelli espressivi sorprendenti sia nella scala dei valori culturali, sia nell’affollata regione dei coinvolgimenti emotivi.



Al suo interno, le canzoni diventano le colonne sonore degli avvenimenti personali o sociali, veri e propri propulsori di identità e d’ingegno umano. In questo senso, la storia di Napoli è composta di suoni, melodie e canti come quelli che si alternano tra i vicoli e riecheggiano sulle mura delle chiese. Quest’ultime non finiscono mai di stupire con le vicende e i patrimoni che custodiscono nel loro interno. All’insegna della riscoperta di note e di parole, l’Associazione Culturale NarteA accende i riflettori, per la prima volta in assoluto, nel Complesso dei Santi Filippo e Giacomo dell’arte della seta, un raro e preziosissimo esempio di come la cultura e l’arte della seta siano intrecciate sin dal ‘400 al territorio napoletano, con lo spettacolo musicale “Note di Seta”, con le voci di Marianita Carfora e Serena Pisa accompagnate alla chitarra dal Maestro Marco D’Acunzo. Le statue dello scultore Giuseppe Sanmartino, poste all’esterno della chiesa, apriranno le porte al pubblico per coinvolgerlo in prima persona in uno spettacolo storico culturale che si intreccerà con l'arte del canto e della musica. L’evento si aprirà con una visita guidata del complesso (inizio ore 19:00) a cura dell’Associazione Culturale Respiriamo Arte che ha riportato alla luce nuovi ambienti, recentemente riaperti al pubblico: oltre la chiesa, si potrà ammirare una suggestiva zona archeologica e un ritrovato ipogeo posto sotto l’altare maggiore.



La storia dell'Arte della Seta si sviluppò a Napoli a partire dall'XI secolo, quando in via dei Drappieri e in via dei Taffettari furono prodotti e venduti i drappi di Porta Nova. Sarebbero stati gli ebrei a introdurre la lavorazione della seta in città, con una rendita di diritti di tintura fino a metà del ‘400. Il primo consolato nacque ufficialmente nel 1477, ma solo dieci anni dopo Ferdinando I d'Aragona vietò la costituzione di altri consolati fuori città, concedendo ai setaioli napoletani una sorta di esclusiva. L’ascesa della città al rango di grande centro di lavorazione della seta si compì all’epoca di Masaniello. Dopo aver ricostruito la storia del sito, la serata proseguirà con percorso sensoriale nel tempo, un vero viaggio di suoni e di voci per ascoltare la storia della musica napoletana a partire dai suoi più grandi capolavori. Un esibizione che, grazie alla fusione tra melodie arpeggiate e controcanti, farà vibrare nell'animo dei partecipanti quelle stesse sensazioni e passioni che hanno dato vita a opere d'arte intramontabili.



“Si dice che dove le parole finiscono, inizia la musica. E sicuramente non si può dire di conoscere a pieno un luogo se non si è in grado di fischiettarne canzoni e motivi che ne hanno fatto parte – afferma Erika Quercia, presidente di NarteA – Inoltre, questo luogo di Napoli merita di essere valorizzato e promosso in modo particolare proprio per le sue peculiarità storiche e artistiche che la distinguono”.
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