Così gli studenti ridanno vita a Troisi

Così gli studenti ridanno vita a Troisi
di Diego Del Pozzo
Martedì 23 Giugno 2015, 10:54
3 Minuti di Lettura
L'inimitabile personalità artistica di Massimo Troisi appare, a più di vent'anni dalla scomparsa, come un prisma a più facce, ciascuna riflettente le suggestioni, gli spunti, le intuizioni delle altre, per dar vita a un caleidoscopio multimediale e multisensoriale che, nel corso della sua purtroppo breve ma densissima vicenda biografica e professionale, ha illuminato di sé non soltanto il cinema, la televisione o il teatro, ma che ha saputo diffondere la propria luce anche in luoghi e momenti "extra" e inclassificabili, non catalogabili. Gli esempi potrebbero essere tanti: dalla risposta fulminante data durante un'intervista alla comparsa inattesa ed esilarante in uno show televisivo, dal commento sulla vittoria della sua squadra del cuore allo scambio di battute con l'amico giornalista.



In ciascuno di questi ”pezzi” di Troisi si possono rintracciare, seppur in forma embrionale e non organica, quegli stessi riferimenti tematico-simbolici e i medesimi modi di fare comicità che, in modo più strutturato, caratterizzano la sua produzione ufficiale: dal rapporto originalissimo con Napoli e con la napoletanità al filo rosso della malattia e della morte, dall'intreccio tra tradizione e innovazione a quello tra linguaggi "alti" e "bassi", dalla riflessione sentimentale sul rapporto tra i sessi alla fascinazione quasi truffautiana nei confronti delle donne. Volendo, si può persino provare a intuire ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.



Ed è proprio questa la scommessa coraggiosa accettata dai ventisei allievi del seminario di studi intitolato «Massimo Troisi. L'opera che non ha mai scritto», inserito all'interno dell'ampia offerta didattica legata al master di II livello in «Drammaturgia e cinematografia. Critica, scrittura per la scena e storia», coordinato da Pasquale Sabbatino all'Università Federico II. Domani dalle 10.30, infatti, i risultati di questo originale seminario saranno presentati in pubblico proprio a San Giorgio a Cremano, nello spazio di Casa Massimo Troisi, l'area inaugurata a inizio anno all'interno di Villa Bruno dall'amministrazione comunale, in memoria del suo figlio più illustre. Durante la mattinata, saranno letti i sei testi, ispirati alla figura dell'artista sangiorgese, realizzati in gruppo dagli studenti del master ed elaborati nel corso di questi mesi, per quello che si preannuncia come un autentico processo di rivitalizzazione della figura dell'artista partenopeo e della sua attività.



Glistudenti, infatti, si sono rifatti proprio al Troisi meno ufficiale e indagato, per provare a tracciare le traiettorie future o le angolazioni inedite di una carriera interrotta troppo presto, quando avrebbe potuto, probabilmente, svilupparsi in direzioni ancora oggi non del tutto immaginabili. E lo hanno fatto scrivendo l'opera (teatrale, narrativa, cinematografica, televisiva o altro ancora) che il compianto Massimo non ebbe il tempo di realizzare: così, tra i sei testi vi sono biografie immaginarie, riscritture di celeberrimi sketch (come quello sulla fine del mondo e l'arca di Noè), struggenti dialoghi con la fidanzata pochi mesi prima della scomparsa al termine delle riprese de «Il postino». «A emergere - sottolinea il coordinatore del master, Pasquale Sabbatino - è la figura di un Troisi seminale per tanta comicità a lui successiva, ma anche un autore che, come pochi altri, ha saputo abbinare la risata alla malinconia e all'indagine sui sentimenti».

L'incontro sarà introdotto dai docenti Giuseppina Scognamiglio e Vincenzo Caputo, dopo un saluto introduttivo del sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno. «Esiste - spiega proprio Caputo - un patrimonio di interviste e aneddoti che disegnano una speciale opera di Troisi. Quella, appunto, che non ha mai scritto e che noi abbiamo voluto mettere in evidenza attraverso gli scritti degli allievi».



E Giuseppina Scognamiglio, docente di Letteratura teatrale alla Federico II, evidenzia un elemento decisivo di questa particolare rilettura-omaggio: «Più che sulla prematura fine - conclude - abbiamo voluto puntare l'attenzione sul festoso inizio di una comicità, quella troisiana, fecondissima. Basterebbe, in questo senso, chiedersi quanto riso contemporaneo sia stato generato proprio dalla lezione di Troisi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA