Grotta di Seiano, i lavoratori «riscoprono» il muro di epoca imperiale

Grotta di Seiano, i lavoratori «riscoprono» il muro di epoca imperiale
di Paolo Barbuto
Giovedì 30 Luglio 2015, 20:11 - Ultimo agg. 20:39
2 Minuti di Lettura

C'è un luogo di Napoli che sta un po' fuori dagli itinerari turistici classici e che, invece, meriterebbe grande attenzione, anche perché è curato, sorvegliato, coccolato, da un manipolo di persone che si dedicano ad esso, anima e corpo. Il luogo è la grotta di Seiano che introduce al parco archeologico del Pausylipon, la villa di Vedio Pollione, il cavaliere romano amico di Ottaviano Augusto.

Davanti a quella grotta che si scopre sulla discesa di Coroglio, a un passo dal belvedere che affaccia su Nisida, troverete sempre sorridenti e disponibili gli addetti alla pulizia e al controllo: sono uomini e donne, inseriti nella squadra della cooperativa 25 giugno retta da Alberto Pepe, che fanno il possibile per rendere quella porzione della Napoli turistica più bella e accattivante.

In passato si sono messi in luce per aver ripulito la strada e i giardini del belvedere, per aver ridipinto, a proprie spese, le cancellate che erano tutte arrugginite.

L'altro giorno, il gruppo di lavoro s'è dedicato alla pulizia dell'ingresso della grotta e, rimuovendo pian piano le erbacce, è venuta fuori una meraviglia: il muro romano in opus reticulatum che proteggeva l'accesso alla galleria.

Non si tratta di una scoperta, semplicemente della rinascita di un ritrovamento antico che era stato sepolto dalla vegetazione, però di quella nuova meraviglia il manipolo di "piccoli eroi quotidiani", va particolarmente fiero.

Nelle foto vedete il bel lavoro che è stato fatto. Qui sotto troverete i nomi delle persone che, al di fuori degli orari di lavoro e senza che nessuno glielo imponesse, si sono dedicate alla pulizia del muro: Ciro Annunziata e Antonio Vitale della squadra di diserbamento, poi il gruppo del "Pausylipon" costituito da Alberto Pepe, Eugenio Bonardi, Lucia Corteciano, Giovanni Foglia, Giovanni Garbato e Salvatore Corteciano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA