Napoli. Giuseppe Moscati ritorna (in scena) al Gesù Nuovo

Napoli. Giuseppe Moscati ritorna (in scena) al Gesù Nuovo
Sabato 21 Novembre 2015, 02:34 - Ultimo agg. 6 Novembre, 18:17
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“Oggi Napoli ha perduto un grande medico, ma i poveri hanno perso tutto”. Viene accolta così la notizia della morte di Giuseppe Moscati, uomo di fede e di scienza, esempio di carità cristiana e grande innovatore nel campo della medicina e della ricerca. Moscati verrà proclamato santo nel 1987 per il coraggio mostrato non solo nelle circostanze eccezionali, come l'eruzione del Vesuvio e l'epidemia di colera, ma soprattutto per quanto dimostrato nelle sfide di tutti i giorni, nella dedizione disinteressata verso malati e poveri. Per la prima volta in assoluto, sabato 7 novembre 2015 (ore 19:30), nella Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, si terrà la pièce teatrale tratta dallo spettacolo storico itinerante “Giuseppe Moscati, un lampo nell'eterno” ideato dall'Associazione Culturale NarteA, con i testi e la regia di Febo Quercia, in occasione della settimana di novena in onore del "medico-santo". La partecipazione è gratuita e inizierà a seguito della messa (ore 18:30). La pièce teatrale di rievocazione storica, interpretata da Raffaele Ausiello, Irene Grasso e Valerio Napoli, sarà un'anteprima dello spettacolo storico itinerante che andrà in scena nella sua versione completa sabato 14 novembre 2015 (dalle ore 18:30, con biglietto di € 15,00 a persona) al Complesso degli Incurabili di Napoli in collaborazione con il prof.re Gennaro Rispoli, presidente del Museo delle Arti Sanitarie, che ha collaborato per la realizzazione della Fiction Rai con Beppe Fiorello. Lo spettacolo prevede altre repliche nelle date 26 marzo e 9 aprile 2016, sempre con prenotazione obbligatoria ai numeri 339.7020849 – 334.6227785.



"Giuseppe Moscati, un lampo nell'eterno" farà rivivere nel museo e nelle sale Moscati, oltre che nella Farmacia storica del Complesso degli Incurabili, la vita di un uomo che resterà impresso nell'eternità, poiché “non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo […]; e solo pochissimi uomini sono passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell’eternità della vita…”.



Non molti, a dire il vero, conoscevano Moscati: la maggior parte si accontentò di veder confermato un punto essenziale dell’insegnamento conciliare, ossia che anche i laici sono chiamati alla santità e possono realizzarla nel mondo attraverso l’esercizio della loro professione secolare; qualcuno ne sapeva di più e poteva predicare a lungo sulle particolari virtù di questo “nuovo Santo”; pochi sono stati disposti a confrontarsi con un dato irriducibile: la concezione di laicità vissuta e difesa da Moscati. Il suo amore fu per tutti i bisognosi, la sua coerenza evangelica fu emblematica, il sacrificio di sé fu ammirevole. Moscati non ebbe limiti, non rispettò distinzioni.



Limitarsi a credere o meno alle sue gesta, non impegna la persona nella sua responsabilità verso l’eternità, dove siamo destinati in ogni caso a vivere. Moscati vedeva questo “limite” accettato da tanti uomini, ne soffriva e andando controcorrente, seguiva la Verità, senza cedimenti o compromessi o reticenze. Il suo modus vivendi fu imperterrito: "Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio."
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