Pozzuoli. Pennac in estasi al tempio di Augusto: «Rione Terra, la scena di un romanzo»

Pozzuoli. Pennac in estasi al tempio di Augusto: «Rione Terra, la scena di un romanzo»
di Pasquale Guardascione
Sabato 21 Novembre 2015, 11:45 - Ultimo agg. 13 Novembre, 14:57
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POZZUOLI. «Il Rione Terra sarà certamente fonte di ispirazione per un mio prossimo romanzo». Daniel Pennac, scrittore internazionale francese, si è così espresso dopo aver ammirato mercoledì pomeriggio le bellezze della rocca tufacea flegrea.

La visita a Pozzuoli è stata organizzata dai membri dell'associazione teatrale En Art, mentre, come rappresentanza della cittadina puteolana hanno fatto gli onori di casa Franco Fumo, assessore agli spettacoli e alla cultura, e Maria Teresa Moccia Di Fraia, direttrice del polo culturale di Palazzo Toledo.



Pennac, fresco vincitore del premio letterario “Chiara” alla carriera, vanta opere di grande spessore come il “Ciclo di Malaussène”, la serie di Kamo, i romanzi per la gioventù, i fumetti come la serie “Le nuove avventure di Lucky Luke”, diverse opere teatrali e alcuni album per bambini. Lo scrittore francese ha effettuato tutto il percorso archeologico arrivando fino alle antiche colonne della Cattedrale dove non è riuscito a trattenere emozione e ammirazione domandando a chi lo accompagnava diverse notizie sulla storia della rocca e dell'antica Puteoli. “Questo immobile mi sembra molto adatto per poter realizzare un teatro” ha, poi, suggerito quando è giunto nei pressi dell'ex chiesa del Purgatorio sconsacrata, le cui scale conducono al Rione Terra.



“Pennac sta svolgendo un nuovo lavoro ed è stato portato in città dal nostro concittadino Pasquale Ioffredo che collabora con la sua compagnia teatrale da diversi anni – ha spiegato l'assessore Fumo - E' letteralmente rimasto estasiato quando ha ammirato il tempio di Augusto con l'altare e la navata. Avere avuto un personaggio di fama internazionale come lui ci consente di poter veicolare ed aprire nuovi scenari dal punto di vista turistico-culturali per le nostre bellezze archeologiche”.
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