Cappuccio e il suo «Spaccanapoli times» a teatro: «L'esilio dell'anima per sfuggire alla realtà»

Cappuccio e il suo «Spaccanapoli times» a teatro: «L'esilio dell'anima per sfuggire alla realtà»
di Luciano Giannini
Venerdì 30 Ottobre 2015, 16:38
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«Quando entro nel San Ferdinando sento un'aria più intensa, quella che a volte si respira in una stanza in cui qualcuno ha sofferto molto per amore». E poi: «Là, a 17 anni, vidi ”La tempesta” di Leo De Berardinis e capii che il teatro è un'arte meravigliosa. Ora spero che quel teatro diventi la casa della drammaturgia contemporanea, dove tradizione e modernità entrino in cortocircuito»; perché la prima «ha senso soltanto se permette di mettere in campo un'idea nuova».



Affermazioni che individuano una strada, danno al teatro di Eduardo una identità, come non ha avuto in anni recenti. A parlare, nel foyer del Mercadante, è Ruggero Cappuccio, commediografo, scrittore, regista e attore, napoletano, anzi «napolide» direbbe Erri De Luca. Anch'egli, infatti, è andato via dalla città, in esilio volontario. E di esilio come dimensione dell'anima parla la sua pièce«Spaccanapoli Times». Lo spettacolo, con in scena lo stesso autore insieme a Giovanni Esposito, Gea Martire, Marina Sorrenti, Giulio Cancelli e Ciro Damiano, aprirà mercoledì prossimo la stagione del San Ferdinando, la prima da quando il Ministero ha conferito allo Stabile lo status di Teatro Nazionale per il prossimo triennio. Il suo direttore, Luca De Fusco, è ovviamente d'accordo sui destini della sala che fu di Eduardo. Non a caso, ha commissionato la pièce a Cappuccio; non a caso, dichiara: «Non c'è Teatro Nazionale senza il San Ferdinando; non a caso annuncia, per lunedì 9 alle 19, una festa d'apertura in cui alcuni attori ospiti della stagione doneranno al pubblico un verso, un brano, una canzone, una scheggia di teatro. La serata sarà anche trasmessa da Canale 21.«Un atto di buon augurio - insiste De Fusco - e anche di apertura al quartiere. Perché se é vero che da quando sono direttore il Mercadante ha aumentato di oltre il 90 per cento il numero degli abbonati, al San Ferdinando la situazione è più complessa». L'augurio, insomma, è che il suo primo cartellone sotto l'egida del Teatro Nazionale lo restituisca alle antiche glorie e a una città che lo ha dimenticato: «Due tassisti su quattro - puntualizza De Fusco - non sanno nemmeno dove si trovi esattamente».



«Spaccanapoli Times», dunque, è la contemporaneità che incontra il passato. Come «Nella testa» di Zeno, altra novità commissionata, stavolta, a Valeria Parrella. Cappuccio spiega: «Ho scritto una storia su quattro fratelli, gli Acquaviva, che la società definirebbe dei disadattati. Il maggiore convoca gli altri nel vuoto appartamento della loro infanzia, in Piazza San Domenico Maggiore, popolato ora soltanto da migliaia di bottiglie d'acqua addossate alle pareti». Nell'attesa di una visita che dovrà chiarire il mistero di quella convocazione, i quattro si incontrano e si scontrano, ricordano, sognano, riflettono, prendono coscienza. Insomma, «aprono mondi». Tutti soffrono di un mal de vivre. Quale? Una battuta è rivelatrice: «La vita come la vogliono gli altri ci affatica».





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