San Carlo, il maestro Zubin Mehta rinuncia al cachet per l'acquisto di nuovi strumenti

San Carlo, il maestro Zubin Mehta rinuncia al cachet per l'acquisto di nuovi strumenti
Venerdì 11 Settembre 2015, 15:47 - Ultimo agg. 18:18
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Ha ancora tanti sogni a 79 anni Zubin Mehta, uno dei più grandi direttori d'orchestra al mondo, che inaugura domani la stagione sinfonica del Teatro San Carlo di Napoli donando l'intero cachet per la creazione di un fondo dedicato all'acquisto di nuovi strumenti. «Sopratutto gli archi, per musicisti che qui suonano con il cuore, ma immaginate cosa potrebbero fare, non dico con un Guadagnini o un Galiano, ma con gli strumenti che meritano».



Il suo sogno? Dirigere un Parsifal («Io che ho fatto tutto Wagner ma a Firenze costava troppo e l'abbiamo cancellato») mentre continua a portare per il mondo «la faccia positiva di Israele», ovvero la sua Israel Philharmonic Orchestra, dal 1969, un record di sicuro. Il maestro è tornato al Massimo napoletano a distanza di pochi mesi, dopo i trionfi del Tristan und Isolde di Richard Wagner e della Sinfonia n. 3 in re minore di Gustav Mahler, quando l'orchestra lo salutò con una lettera commovente. «Il San Carlo mi vuole? Io ho impegni fino al 2018 ma resto vicino al teatro e alla città - racconta terminando la prova generale tra orchestrali in jeans e sandali, in una calda atmosfera di famiglia -. Napoli è bellissima, ma purtroppo ancora poco conosciuta nel mondo per i suoi tesori, io ne parlo sempre tanto. Mi piace molto anche il cibo».



Potrebbe mai essere qui un direttore stabile? «Per quello ci sono tanti bravi giovani in carriera, è un ruolo importante perché influenza l'orchestra» dice e ricorda le tantissime tournèe che lo attendono, dalla Serbia alla Cina, «lì non mi fermo neppure a Natale, non lo festeggiano» scherza. Al San Carlo però concederà un altro bis aprendo anche la stagione lirica, il 13 dicembre prossimo, con «Carmen» di Bizet e per due mesi proverà contemporaneamente il Rigoletto per Firenze, instancabile. Domani intanto tocca al repertorio romantico russo, la Sinfonia n.4 in fa minore, op.36 e la Sinfonia n.6 in si minore, op.74, «Patetica» di Ptr Ilic Cajkovskij. «Voglio ringraziare il maestro Mehta per aver voluto ancora una volta dimostrarci il suo affetto e la sua vicinanza,l a sua rinnovata presenza conferisce ulteriore prestigio alla nostra programmazione - dichiara la sovrintendente Rosanna Purchia - L'auspicio è che possa essere sempre più presente nelle stagioni del San Carlo, sul podio di concerti ed opere, così da continuare a contagiare, con il suo entusiasmo e le sue inesauribili energie, il pubblico napoletano e i complessi artistici del Teatro».



Alla donazione del maestro, si augura Purchia, dovrebbero seguirne altre, da parte di altri artisti ma anche di appassionati e collezionisti privati. «Ci sono anche ottimi strumenti moderni, non devono suonare tutti uno Stradivari - racconta Zubin Mehta lanciando anche consigli per gli acquisti - come i contrabbassi che ho fatto prendere in Romania ad Israele.
E poi gli strumenti sono investimenti, ricordo quelli comprati grazie ad una eredità a Los Angeles, ai miei inizi negli anni '60, ed usati ancora oggi, dopo tre generazioni».
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