L'amministrativista: De Luca sarà sospeso, partiti incoerenti

Lunedì 2 Marzo 2015, 18:34
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«Se anche non fosse eletto presidente della giunta regionale, è pressoché certo che Vincenzo De Luca prenderà voti sufficienti per entrare in consiglio regionale e in entrambi i casi per lui si profila la sospensione dalla carica per effetto della legge Severino, dal momento che ha una condanna in primo grado per abuso d'ufficio». A spiegarlo è Gianluigi Pellegrino, amministrativista, a poche ore dall'esito delle primarie in Campania vinte da De Luca.



«La sospensione - spiega il giurista - dura 18 mesi. E tenuto conto che le elezioni sono a maggio, dovrebbe restare sospeso grosso modo fino a settembre 2016». Ma perché la legge Severino consente di candidarsi a meno che non ci sia una condanna definitiva e poi in caso di condanna non definitiva dispone la sospensione? Apparentemente sembra un controsenso. «In realtà la Severino abbina a sentenze definitive, misure definitive; e a sentenze provvisorie, misure provvisorie. L'incandidabilità non può essere provvisoria ed è sempre conseguenza di una condanna definitiva, mentre la sospensione è una misura provvisoria per sentenze non definitive. La legge in questo senso è razionale e coerente. L'incoerenza è dei partiti, che prima, sull'onda degli scandali, hanno votato la norma e ora non dovrebbero consentire le candidature di chi poi incorre nelle sanzioni della Severino e invece, con le loro scelte, vanno nella direzione opposta. Tra l'altro - spiega il giurista - la legge prevede la sospensione per condanne non definitive di primo grado solo per reati compiuti nell'esercizio delle funzioni pubbliche e non, invece, per reati privatistici per i quali la sospensione scatta solo in caso di doppia conforme e cioè di condanna anche in appello per almeno due anni di reclusione: questo perché la legge ha voluto tutelare le istituzioni nel caso di precedenti relativi proprio alla funzione pubblica, mentre negli altri casi la stessa legge fa prevalere la tutela del mandato popolare».



Se, quindi, come è molto probabile, scatterà la sospensione con atto del prefetto, è altrettanto probabile che De Luca impugnerà tale decisione di fronte al Tar, «come hanno fatto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e lo stesso De Luca da sindaco di Salerno, che condannato il 21 gennaio scorso per abuso d'ufficio, fu poi sospeso e fece ricorso.
Il 26 gennaio il Tar in via cautelare lo reintegrò, fissando per il 19 febbraio il merito. Ma quest'ultima udienza è stata cancellata dal ruolo, avendo perso interesse, visto che nel frattempo, il 3 febbraio, la Corte d'appello di Salerno aveva confermato la sua decadenza da sindaco per incompatibilità tra questa carica e quella di viceministro delle Infrastrutture durante il governo Letta».