Caldoro non convince gli alleati. Per Lettieri strada ancora in salita

Caldoro non convince gli alleati. Per Lettieri strada ancora in salita
di Paolo Mainiero
Martedì 1 Settembre 2015, 10:10 - Ultimo agg. 11:05
4 Minuti di Lettura
Sarà una lunga cavalcata, almeno dieci mesi di campagna elettorale. Archiviate le regionali, tocca a Palazzo San Giacomo e la ricerca del candidato a sindaco è solo agli inizi. Due i nomi sicuramente in campo, l’uscente Luigi de Magistris e il suo sfidante di cinque anni fa, Gianni Lettieri, legati dall’identico destino: entrambi hanno deciso di candidarsi indipendentemente dal sostegno delle forze politiche. A meno che non siano le forze politiche a convergere sui loro nomi, ragionamento che vale più per Lettieri che per de Magistris visto che l’imprenditore nel 2011 fu il candidato del centrodestra.



Il punto è che Forza Italia non pensa a Lettieri. Pur definendo quello dell’imprenditore un nome «autorevole», lo stesso coordinatore regionale Domenico De Siano ha più volte frenato sulle autocandidature definendole «inopportune». Linea condivisa dal coordinatore cittadino Paolo Russo e sostenuta da altri partiti come Fratelli d’Italia. Molti, in Forza Italia, contestano a Lettieri la stretta vicinanza al premier Matteo Renzi e al presidente della Regione Vincenzo De Luca. Al contrario, a favore della candidatura di Gianni Lettieri si sta spendendo l’ex governatore Stefano Caldoro. «Una scelta di coerenza», ha detto. Ed è pronto a mettere in campo una lista a sostegno dell’imprenditore Gianfranco Rotondi, animatore di Rivoluzione cristiana.



I giochi, insomma, sono più che mai aperti e l’incertezza favorisce il toto-nomi anche se dentro Forza Italia più che al candidato si preferisce dare, in questa fase, la precedenza al programma e alla coalizione. Nel partito c’è la consapevolezza che le prossime comunali saranno elezioni ad alto rischio, senza un vero favorito, nel senso che superato lo schema centrodestra-centrosinistra occorre innanzitutto arrivare al ballottaggio. «Ho la sensazione che sia più difficile giungere al doppio turno che vincere le elezioni», sintetizza Fulvio Martusciello riferendosi alla griglia dei candidati che correrà per Palazzo San Giacomo: dal centrosinistra al centrodestra, dal Movimento Cinque Stelle alla sinistra alternativa, da de Magistris a Lettieri sarà una gara all’ultimo voto.



Nasce dentro questo quadro l’ipotesi, gradita a Silvio Berlusconi, di candidare Mara Carfagna. L’ex ministro delle Pari opportunità ha, per ricordare le parole di Paolo Russo, «il profilo giusto», per molti sarebbe il nome ideale per raccogliere consensi oltre il recinto del centrodestra e ed essere competitivo al doppio turno. Quanto la Carfagna sia effettivamente interessata è invece tutto da scoprire, anche perchè sull’ex ministro c’è un forte pressing per la candidatura a Salerno, la sua città. La sensazione è che la Carfagna dirà no sia a Napoli che a Salerno. In campo c’è sicuramente Fulvio Martusciello: l’europarlamentare già qualche settimana fa ha dato la sua disponibilità. «Ad ogni modo, Napoli è una realtà importante e dunque andrà sentito anche il livello nazionale, bisognerà capire che idee ha Berlusconi», fa sapere il coordinatore regionale De Siano.



L’ex premier si gioca a Napoli una partita importante e vuole puntare su un candidato autorevole, radicato, in grado di andare oltre gli schieramenti e di interpretare un nuovo corso di Forza Italia. Carfagna a parte, su questo profilo si indirizzerà la scelta. Tuttavia non è detto che il nome debba essere per forza quello di un politico. Voci dentro Forza Italia sussurrano che nella testa di Berlusconi ci sarebbe sempre l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato, che l’ex premier già provò a candidare alle regionali del 2005 contro Bassolino. Ma D’Amato o non D’Amato l’idea di pescare nella società civile resta un’idea forte.



In campo resta anche la proposta di Fratelli d’Italia di fare le primarie. «Sono uno strumento ideale se c’è una valida partecipazione. L’importanza, a mio parere, è che nella scelta ci sia un’ampia partecipazione e che nessuno immagini di imporre un nome. Immaginare che ci sia un salvatore o una salvatrice della patria è un errore. Più che un nome serve una squadra», sostiene Marcello Taglialatela. E Lettieri? «Non mi sembra che abbia mai detto di voler essere il candidato del centrodestra. Comunque, se vuol fare parte della squadra è il benvenuto», risponde il deputato di Fdi che annuncia per il prossimo 18 settembre un’iniziativa a Napoli con Giorgia Meloni alla quale saranno invitati i segretari regionali e provinciali di tutti i partiti che si riconoscono nel centrodestra.



E comunque bisognerà fare i conti con il quadro politico, nazionale più che regionale. Allargare la coalizione è uno degli obiettivi di Forza Italia e l’esperienza delle regionali ha detto che divisi si perde: Caldoro ha pagato a caro prezzo lo strappo dell’Udc. Cosa faranno i moderati? In Ncd, che alle regionali ha corso con il centrodestra, è in atto un confronto, molti spingono per un accordo con il Pd, in linea con il sostegno a Renzi. La discussione è aperta. E per tenere dentro Ncd potrebbe essere offerta la candidatura al deputato Raffaele Calabrò.

© RIPRODUZIONE RISERVATA