Ercolano. Alle 11,39 arriva un sms sul telefonino dei giornalisti: «È arrivato Bassolino». È il colpo di teatro della festa regionale dell’Unità. Nelle antiche scuderie della Favorita sta per terminare un confronto su «Istituzioni, democrazia e anti-politica» tra i deputati del Pd Tino Iannuzzi, Camilla Sgambati, Leonardo Impegno, Valeria Valente e Massimiliano Manfredi. Seguirà un dibattito su camorra e legalità con Isaia Sales. L’iniziativa è dei Giovani democratici.
«Sono qui per loro», precisa Bassolino.
«Le primarie non possono essere il giudizio di dio, sono uno strumento potente se unito alla politica», dice il ministro della Difesa che cita il modello Ercolano, dove si è vinto senza le primarie con un candidato unitario. «Qui - aggiunge - si è avuto il coraggio di innovare». Una giornata cominciata sotto il segno di Bassolino: nei giorni in cui una sua candidatura a sindaco fa discutere il partito, vedere il convitato di pietra in carne e ossa alla festa del Pd suscita una domanda legittima: Bassolino si candida? È troppo navigato per ammetterlo ora, ma l’ex presidente della Regione fa capire che lui della partita non sarà semplice spettatore. «Le elezioni a Napoli e a Milano valgono più di una partita politica nazionale per Matteo Renzi. Ma in questo contesto la partita napoletana è molto più complessa. Perché qui non governiamo», riflette. Ma non è l’unica differenza tra Milano e Napoli.
«A Milano - fa notare - hanno già stabilito il percorso: c’è un punto fermo, è la data delle primarie, il 7 febbraio. Nel frattempo si può lavorare per convincere Pisapia ma comunque stando in campagna elettorale». Il messaggio di Bassolino è chiaro: vanno subito convocate le primarie. «Le primarie sono la regola, non farle è una decisione dell’assemblea», precisa.