De Magistris, oggi il verdetto. La sfida del sindaco: «Resto comunque»

De Magistris, oggi il verdetto. La sfida del sindaco: «Resto comunque»
di Luigi Roano
Giovedì 20 Novembre 2014, 09:44 - Ultimo agg. 11:03
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Con serenità, ma non troppa, perché sempre di un verdetto si tratta, e tuttavia anche con un cauto ottimismo, quello della ragione e soprattutto della speranza. Ormai Luigi de Magistris, il sindaco di Napoli, ci ha fatto - diciamo così - il callo: è dolorosa la condizione di «sospeso», però si è inventato il mestiere di sindaco di strada, da primo cittadino senza fascia tricolore ma tra la gente. «Comunque vada - dice - resto sindaco perché non intendo mollare, dovessi essere sospeso avremmo un’amministrazione a Palazzo San Giacomo guidata dal vicesindaco Tommaso Sodano e io che continuerò a stare in strada».



Giusto riannodare le fila di una vicenda complessa e sempre più nazionale. Oggi sarà discusso in camera di consiglio dalla terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Pier Giorgio Lignani, l’appello contro la sentenza del Tar Campania che ha concesso a de Magistris la sospensiva della sospensione che gli piovve addosso per effetto della legge Severino, dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio (senza danno patrimoniale) in seguito al processo why not, quando era pm. Il Tar Campania ha anche sollevato eccezione di costituzionalità della legge stessa innanzi alla Suprema corte, questa parte dell’ordinanza non è appellabile.



Un filone che, in ogni caso, seguirà un iter parallelo, distinto da quello amministrativo, che invece oggi, ma chissà anche domani perché il Consiglio di Stato, come fece il Tar della Campania, vista la delicatezza della questione potrebbe prendersi altro tempo prima di scrivere la pronuncia, potrebbe avere sviluppi immediati. A proporre ricorso è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il prefetto di Napoli Antonio Musolino e un paio di associazioni civiche. Si sono costituiti ad oppenendum contro il ricorso, dunque a favore di de Magistris l’Anci, due consiglieri metropolitani e un’associazione di cittadini. Vicenda che ha scatenato furiose polemiche, tanto che hanno chiesto modifiche della legge Severino sulla parte che riguarda gli amministratori locali lo stesso Alfano, il premier Matteo Renzi e molti esperti costituzionalisti. Sulla scorta di una diversità di applicazione rispetto ai parlamentari.



Per questi, la sospensione scatta solo al terzo grado di giudizio come da dettato costituzionale, per gli amministratori locali basta la sentenza di primo grado. Torniamo al sindaco: se il Consiglio di Stato respingerà i ricorsi, de Magistris resterà primo cittadino. Se invece li accoglierà, tornerà a valere la sospensione. Un de Magistris che al riguardo - ai microfoni di Napoli Tv - dimostra di avere studiato bene le carte. «Faccio una notazione statistica - racconta - non è mai accaduto nella storia della magistratura amministrativa che un Consiglio di Stato si debba esprimere sulla sospensiva della sospensiva della sospensione, se oggi scattasse sarebbe il primo caso nel nostro Paese».



Ma come sta vivendo il sindaco queste ore di attesa? «Con grande serenità, la mia vicenda ha avuto un principio da quando ho iniziato all’interno delle istituzioni, da magistrato, a fare il mio dovere mettendomi contro un sistema che è molto forte nel Paese.La mia vicenda non credo avrà una fine, oggi è solo un’altra tappa». Il sindaco non nasconde i momenti bui: «Il più difficile è stato quando ho subito quella condanna per why not manifestamente ingiusta, un dolore profondo. Poi la sospensione. A quel punto potevo avere un cedimento, ho perso ma non mi sono perso e ho inventato il sindaco di strada, che mi ha rigenerato, perché sono stato insieme ai napoletani che mi hanno dato molto affetto. Mi hanno detto ”non mollare” e io non mollo».



Sul versante giuridico de Magistris cerca di non approfondire troppo, ma qualcosa la dice: «L’appello del ministro è totalmente infondato, però il rischio c’è, nelle mie vicende non si sa mai, sembrano romanzi. Se dovesse andare male continuerò a fare a tempo pieno il sindaco di strada nella consapevolezza che questa brutta vicenda avrà una parentesi finale. Ho chiesto il processo d’appello ed essendo un processo prescritto, si avrà al massimo all’inizio della primavera». Il sindaco fa altre riflessioni dal sapore più amaro: «Certo la situazione è bizzarra, trattare un sindaco come un sacco di patate che un giorno sta dentro e l’altro fuori a fronte di una acclarata partita sulla legittimità istituzionale della legge che il Tar ha sollevato e, voglio ricordarlo, non è impugnabile, è curioso. Sembra che il ricorso abbia come oggetto Luigi de Magistris. Un fatto grave che io considero ad personam, un fatto politico e di fronte a questo c’è tanta indignazione».



La chiusura è sul ministro Alfano, che ha bocciato la legge ma ha fatto appello per farlo sospendere. «Il ministro fa un ragionamento corretto e dice una cosa in più che io ho apprezzato: questa legge non regge davanti a un giudice amministrativo.
Siccome siamo persone delle Istituzioni e quella legge è sbagliata mi chiedo perché ha fatto appello, e quindi mi auguro veramente che il Consiglio di Stato metta una parola fine e di dignità: ho il diritto e il dovere di fare il sindaco di Napoli. Voglio essere criticato per quello che faccio ma giudicato dai cittadini».
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