Comunali Napoli. Fico: «Bassolino? È il vecchio. Così noi saremo più forti»

Comunali Napoli. Fico: «Bassolino? È il vecchio. Così noi saremo più forti»
di Pietro Treccagnoli
Domenica 4 Ottobre 2015, 10:05 - Ultimo agg. 10:09
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Sono mesi che al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, tra i leader storici del Movimento 5 Stelle, fischiano le orecchie con un sibilo che arriva direttamente da Napoli. È da quando si discute delle candidature alla poltrona di Palazzo San Giacomo.



Ieri, dalle 10 di mattina, Fico era a un evento pubblico all’Asilo Filangieri. Duecento persone che attorno a diversi tavoli approfondivano i tempi centrali del futuro della città: Napoli Est, Bagnoli, lo sviluppo sociale. Un incontro per ascoltare, condividere, chiarire, progettare. «Siamo il primo partito a Napoli» spiega Fico «ma restiamo sempre aperti alla città. Siamo sempre uguali a noi stessi, ma più maturi». Maturati da due anni di vita nel Parlamento e nelle istituzioni. Presidente, però, tutti vogliono sapere se si candida a sindaco. Lei o il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Entrambi vi schermite.



È ancora così? Niente corsa alla carica di sindaco di Napoli?

«È escluso. Ufficialmente escluso».



Non è che giocate a nascondino?

«Ma no. Le nostre posizioni sono chiare da sempre. Capisco che, secondo i canoni della politica tradizionale, è difficile da capire, ma mi creda è così. Secondo il nostro Movimento il carrierismo fa male ai territorio, al Paese e alla politica. Di Maio ed io abbiamo altri incarichi che intendiamo portare a termine. E poi se girano sempre le stesse facce come si fa a far crescere una nuova classe politica direttamente dai cittadini?».



Il Movimento parte a Napoli con un patrimonio elettorale di tutto rispetto. Alle Regionali siete diventati il primo partito, avete ottime chance, candidando una faccia nuova, sconosciuta, non rischiate di perdere?

«Noi chiediamo un atto di maturità alla città. La invitiamo a scegliere idee e programmi e non una faccia nuova o vecchia. Con persone note, con la Iervolino, con de Magistris, ma anche con lo stesso Bassolino, non mi sembra che la città abbia fatto dei grandi passi in avanti. Anzi, guardate com’è ridotta».



Una faccia nota non basta.

«È così. Prenda de Magistris. Nel 2011 s’era presentato come il salvatore della Patria. Da tempo non è più considerato tale. Non lo è a prescindere dai suoi eventuali meriti o demeriti. Non lo è perché i salvatori della Patria non esistono. E poi bisogna uscire dalla logica del vincere o perdere».



Be’, se ci si presenta alle elezioni si vuole vincere, mica partecipare. Anche alle Olimpiadi, con tutto il rispetto per de Coubertin, si partecipa per vincere.

«Capiamoci, non ci interessa vincere per vincere. A noi interessa che si entri in una logica di cambiamento. Finora a Napoli ha sempre vinto un uomo e ha perso la città. Occorre far passare il programma. Il protagonista è l’elettore, il cittadino. Noi siamo lo strumento per costruire una politica più seria, per far vincere la città. Quando la città vincerà non ci sarà più bisogno di noi, avremo esaurito il nostro compito e il Movimento si scioglierà».



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