Mirabelli: sarà arduo dimostrare l’incostituzionalità delle norme

Mirabelli: sarà arduo dimostrare l’incostituzionalità delle norme
di ​Alessandra Chello
Mercoledì 4 Marzo 2015, 11:13 - Ultimo agg. 12:33
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Vincenzo De Luca ha vinto le primarie all’ombra del Vesuvio. Ma è anche stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio. Un particolare che potrebbe farlo decadere da governatore non appena eletto. La legge Severino stabilisce infatti che, con una condanna in primo grado, si è obbligati a lasciare la carica pubblica che si occupa. A Cesare Mirabelli, giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale, abbiamo chiesto di sbrogliare questa intricata matassa fatta di sentenze e ricorsi al Tar.



Professore, il ministro Boschi ha detto chiaro e tondo che il governo non ha allo studio nessun intervento di modifica alla Severino. Il Parlamento invece potrebbe farlo. Quale è secondo lei la strada più giusta?

«Si tratta di una normativa che tocca aspetti delicati. Ma non dimentichiamo che la legge è stata fatta per essere stringente e ha voluto porre un limite ferreo per evitare il riproporsi di esperienze negative. Il Parlamento certo che potrebbe intervenire, perché rientra nella discrezionalità del legislatore. E come tale può modificare. Forse verrebbe da aggiungere che questo momento potrebbe non essere quello più giusto, perché qualsiasi azione parrebbe vincolata a un caso particolare perché tende a un provvedimento specifico legato al singolo caso di incandidabilità. Mentre le caratteristiche fondamentali devono restare quelle della generalità e dell’astrazione».



Quale è, se esiste, il vulnus che la Corte Costituzionale dovrebbe individuare nel suo pronunciamento o invece siamo davanti a una normativa blindata?

«Ma un dubbio ci può essere sempre e va dissipato seguendo l’iter previsto. E dunque la Corte Costituzionale può esprimersi a riguardo. Ma non credo c’entri l’illegittimità costituzionale».



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