Napoli, Migliore: «Elezioni, modello Ercolano ma non sono io il candidato»

Napoli, Migliore: «Elezioni, modello Ercolano ma non sono io il candidato»
di Gerardo Ausiello
Sabato 29 Agosto 2015, 16:52 - Ultimo agg. 16:59
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Parla come un candidato sindaco Gennaro Migliore ma quando gli chiedi se sia disposto a scendere in campo, subito si ritrae: «Sono sempre stato e resto a disposizione della mia città, ma non sono interessato a candidarmi», è la risposta (diplomatica) del deputato del Pd.



È ancora tempo di tatticismi?

«In queste settimane il Pd sta discutendo e ragionando soprattutto in termini di candidature mentre bisognerebbe partire da tre priorità programmatiche, che vorrei portare al centro del dibattito interno: il recupero del rapporto con il mare e il rilancio del porto; la piena collaborazione sul processo di riqualificazione di Bagnoli; investimenti mirati per migliorare i servizi e il welfare nelle periferie».



Sembra proprio il programma di un candidato sindaco.

«Io non sono candidato né ho ambizioni in questo senso. Intendo mettere la mia passione per Napoli a disposizione di un dibattito che spero sia il più produttivo possibile. Non dobbiamo dare l'impressione che sia in atto una lotta. Dobbiamo piuttosto lavorare insieme per individuare il più bravo. Non dico il migliore, perché può sembrare un'autocitazione...».



Appunto. E se glielo chiedesse Renzi di candidarsi?

«In questo momento sono molto impegnato con l'attività della commissione d'inchiesta sugli immigrati che mi sta portando in tutta Italia. E mi sono reso conto che purtroppo Napoli, a differenza di altre città, non fa parte del circuito virtuoso dell'accoglienza».



D'accordo, ma si vota a maggio.

«Credo che dobbiamo innanzitutto chiarirci le idee dentro il Pd. Poi ben vengano altri contributi. Ho letto con piacere, ad esempio, che il presidente del Consiglio comunale Pasquino si sta riavvicinando alle nostre posizioni anche se qualcuno lo considera troppo moderato. Se si vuole costruire un progetto di lungo periodo, bisogna a mio avviso coinvolgere tutte le energie migliori ed aprirsi alla città».



Tra le energie migliori ci sono anche i moderati del Nuovo Centrodestra? E appoggerebbero un candidato, come lei, che proviene dalla sinistra radicale?

«La coalizione si costruisce dopo il percorso di individuazione del candidato, a cui spetta il compito di dar vita alle alleanze. È successo così con Vincenzo De Luca. Certo, i partiti, specie il Pd, hanno la loro responsabilità ma il candidato ci mette la faccia. Io comunque, oltre ai partiti, darei spazio alle liste civiche con personalità di alto livello. L'importante è che non ci siano liste anomale o operazioni trasformistiche. Alle Regionali, ad esempio, ero contrario all'accordo con il Nuovo Centrodestra che era stato in giunta con Caldoro. Alla fine, anche senza Ncd, abbiamo vinto lo stesso. Ciò che conta è la credibilità».



Oltre al suo nome, ne circolano altri. Ad esempio quello di Bassolino.

«Non credo che si possa ripetere un'esperienza senza pagarne le conseguenze. A Napoli non c'è stato, dal dopoguerra ad oggi, un sindaco più bravo di Bassolino, soprattutto nella capacità di infondere ottimismo e speranza di cambiamento. Ma oggi mi meraviglierebbe se fosse interessato a scendere di nuovo in campo. Del resto un'operazione del genere venne tentata a Roma con Rutelli e il risultato fu la vittoria di Alemanno, che ha distrutto la Capitale. Oggi c'è bisogno di una sferzata di novità, anche perché Napoli è ferma e in isolamento da cinque anni, è una città insicura, dove non vengono garantiti neppure i servizi essenziali e quotidiani, oltre ad essere schiava di un certo provincialismo».



Lei no. Bassolino no. E allora chi sarà il candidato? Il presidente degli Industriali Prezioso? Faccia lei un nome.

«Non voglio un anti-de Magistris, ci vuole qualcuno per Napoli, un leader della città, che non sia sempre arrabbiato come l'attuale sindaco ma che infonda un po' di ottimismo ai napoletani».



Un politico o un esterno?

«Uno che sappia fare il suo mestiere. Io preferirei un politico».



Da scegliere con le primarie o senza?

«Non ho preclusioni. Possiamo trovare la persona giusta senza le primarie o altrimenti organizzarle. Dovremmo muoverci un po' come abbiamo fatto a Ercolano, dove c'era un pezzo del vecchio partito abbarbicato al potere che ha deciso di presentarsi con una lista civica appoggiata appunto anche da esponenti del Pd. Ebbene lì il partito nazionale ha deciso di investire su una figura come Ciro Buonajuto che ha vinto e che ora sta cambiando il volto di Ercolano».



Ma la strada è in salita perché il centrosinistra è diviso. Il Pd da una parte, Sel e gli ex pd, come Stefano Fassina, dall'altra. Cioè con de Magistris.

«La mossa di Fassina me l'aspettavo. Lui rappresenta quella politica che invece di chiedersi cosa è necessario per i cittadini, appoggia tutto ciò che va contro Renzi. Ma i napoletani sanno bene che si tratta di un'operazione romana, non sono mica fessi. Quanto a Sel, non darei per scontato che tutti sostengano de Magistris. Molti ex compagni mi hanno confessato che, qualora ci fosse un progetto di centrosinistra credibile, sarebbero disponibili a sostenerlo».



Il percorso che lei ha delineato richiede tempo. Quando deciderete?

«Settembre è il mese cruciale per avviare questo percorso politico-programmatico. Del resto proprio a settembre ci sarà l'appuntamento della festa regionale del Pd a Ercolano. Dobbiamo dunque metterci subito al lavoro e arrivare, entro novembre, alla scelta del candidato sindaco».



E come la mettete con l'incognita 5 Stelle? A Napoli è il primo partito e finora ai ballottaggi ha sempre vinto.

«Non commetteremo l'errore di dare all'anti-politica lo spazio che non ha. Il problema non va esorcizzato bensì affrontato offrendo ai cittadini una prospettiva diversa».
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