Mossa di Renzi: stop a De Luca, deciderà lui se nominare il vice

Mossa di Renzi: stop a De Luca, deciderà lui se nominare il vice
di Paolo Mainiero
Sabato 27 Giugno 2015, 09:05 - Ultimo agg. 10:55
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«A norma della legge Severino ho disposto la sospensione di Vincenzo De Luca da presidente della Regione Campania». In maniche di camicia, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il premier annuncia di aver firmato il provvedimento.



Nessun decreto legge, dunque, ma nel dispositivo con il quale si dispone la sospensione si fa riferimento al parere dell’Avvocatura dello Stato secondo cui De Luca può nominare la giunta per salvaguardare il funzionamento dell’ente. Tutto lasciava pensare che proprio dopo aver ottenuto questo parere il governo potesse adottare un provvedimento d’urgenza. Ma evidentemente, anche in seguito alla discussione che ha preceduto il consiglio dei ministri di ieri sera, la linea è cambiata. De Luca, è stata la decisione di Renzi, andava sospeso subito, fermo restando la possibilità di formare la giunta (come adombra l’Avvocatura) e il suo diritto a ricorrere contro la sospensione. Una scelta, questa del presidente del consiglio, presa anche per non prestare il fianco alle critiche e alle polemiche ma che non può non aver irritato il neo governatore che si aspettava un provvedimento che sgomberasse il campo da dubbi e incertezze. E invece il campo resta minato.



Tanto più che Renzi ha rivendicato a sè stesso il merito di aver mantenuto l’impegno di applicare la legge Severino. Il decreto di sospensione sarà ora trasmesso al prefetto di Napoli che a sua volta lo inoltrerà al consigliere anziano (e presidente del consiglio regionale in pectore) Rosetta D’Amelio alla quale spetterà il compito di notificarlo a De Luca la cui intenzione era e resta quella di annunciare la giunta al termine della prima seduta del Consiglio in programma lunedì. È stata lunga e articolata la dichiarazione del premier che in conferenza stampa ha anche spiegato il motivo per cui il governo ha deciso di non adottare una norma ad hoc, ovvero un decreto.



«La norma della legge Severino - ha detto Renzi - presenta possibili, diverse interpretazioni non tanto sulla sospensione ma sul momento dell’applicazione visto che non c’è una ineleggibilità ma c’è la necessità della sospensione. Sulla base di questo ragionamento la presidenza del consiglio ha semplicemente seguito un iter e quindi ha proceduto, dal momento in cui ha ricevuto il nulla osta, in modo perfettamente corrispondente alla legge. Con questo finisce il nostro lavoro. Ragionevolmente ci sarà, suppongo, il ricorso del presidente De Luca». Renzi si è poi dilungato in un ragionamento più politico.



«Per noi il fatto è che abbiamo firmato la sospensione come prevede la legge Severino. Si pone un tema interpretativo che ovviamente riguarda la Regione Campania e il presidente De Luca. Sarà lui a dover valutare gli atti e valutare se seguire o meno il parere dell’Avvocatura o di altri che sostengono che, ancorché nelle condizioni di sospensione, egli può, anzi deve fare gli atti conseguenti. Ma questa valutazione riguarda il presidente della Regione e non Palazzo Chigi. Palazzo Chigi ha fatto ciò che doveva fare. Ciò che dice l’Avvocatura dello Stato è sostanzialmente che il presidente ha la possibilità e anche il dovere di fare la giunta perchè la Severino è finalizzata a conservare in carica la giunta e il Consiglio.



La materia richiedeva una norma interpretativa? L’Avvocatura stessa la considera un’ipotesi ma dice anche che (formare la giunta, ndr) è possibile, presumibile oggi ex lege. C’è la possibilità ma non la necessità di una norma per cui abbiamo preferito procedere senza farla. Poi, se ci sarà la necessità, in caso di ulteriori elementi siamo pronti a intervenire, o il parlamento potrà intervenire, ma l’impegno che io avevo preso, che era quello di rispettare la Severino, credo che tutti siano costretti ad ammetterlo». E Stefano Caldoro attacca De Luca: «Avendo Renzi applicato la legge è evidente che ha detto una bugia. Adesso c’è uno stallo grave, chi è sospeso non può fare atti».