Renzi: «Aiuterò De Luca, se riparte la Campania si rilancia anche l'Italia»

Renzi: «Aiuterò De Luca, se riparte la Campania si rilancia anche l'Italia»
di Corrado Castiglione
Domenica 5 Luglio 2015, 09:17 - Ultimo agg. 22:08
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Il governo offrirà tutto il proprio sostegno al neo governatore Vincenzo De Luca, perché «se riparte la Campania riparte l'Italia». È quanto afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un'intervista al Messaggero in edicola oggi: un'articolata riflessione che tocca anche molti nodi nevralgici riguardanti il caso Whirlpool e più in generale la politica industriale che ha in mente Palazzo Chigi cui spesso è stata contestata la mancanza di un disegno strategico. Spiega Renzi: «La vicenda De Luca dimostra che siamo persone di parola. Ciascuno di noi, Palazzo Chigi, magistrati, Presidente della Regione, ha rispettato perfettamente la procedura prevista. Adesso che il problema è risolto, tutti al lavoro. Abbiamo chiuso la settimana con due buone notizie per Caserta e Carinaro, adesso la palla passa al presidente De Luca. Per come lo conosco, credo sia l'uomo giusto in questo momento della vita delle istituzioni campane. E io sono pronto a dargli tutto il mio sostegno: perché se riparte la Campania, riparte l'Italia». A leggere queste parole non si può non pensare alla mediazione del governo sul caso Whirlpool, che ha impedito la chiusura degli impianti. Epperò non si può non pensare - tenendo conto degli interventi su Fincantieri e Ilva - alle critiche sollevate da più parti, secondo cui tanti «mini» provvedimenti non rispondono ad una politica più strutturale come invece invocano da anni tante aziende. Dal canto suo Renzi risponde che invece è proprio anche grazie a questi molteplici impegni concreti che il governo si prefigge di difendere il lavoro in Italia: «Mai visto uno sforzo del genere sulle crisi aziendali, dove ancora ieri con Firema abbiamo salvato quasi 500 lavoratori - dice Renzi - Nella stessa settimana in cui abbiamo salvato la fabbrica di Carinaro in Campania con la Whirlpool. Se prende una cartina vedrà che da Terni a Trieste, da Piombino a Spello, da Taranto a Gela, da Livorno a Spezia sono tantissimi i luoghi in cui fabbriche che sembravano chiuse sono state riaperte».



Ancora, ribadisce il premier: «Il lavoro si difende così, aprendo le fabbriche sul territorio, non aprendo la bocca nei talkshow.
Per non parlare delle realtà dove si viaggia a doppia velocità, a cominciare dalle fabbriche Fiat, come Melfi, Grugliasco o Cassino fino alle realtà dell'agroalimentare che vedono una crescita notevole anche grazie all'Expo o a chi vende all'estero». Parole rassicuranti, ma soltanto in parte, giacché in questi mesi si sono levate voci di imprenditori delusi che evidentemente si aspettavano uno sprint diverso, più fatti e meno annunci. Critiche che il premier rispedisce al mittente: «Più fatti? Senta, la sfido a trovarmi un imprenditore che il 4 luglio di un anno fa si sarebbe mai aspettato che con il Jobs Act cancellassimo l'articolo 18, abbassato i contributi per chi assume a tempo indeterminato, eliminato la componente lavoro dall'Irap, operato sulla semplificazione fiscale e burocratica su cui pure c'è ancora da fare. In un anno. Posso dirlo? Non ci credevo nemmeno io. Poi che nessuno sia mai contento fa parte delle regole del gioco. E il bello è che siamo appena all'inizio, vedrà la legge di stabilità 2016! Noi andiamo avanti». Infine, il presidente del Consiglio ribadisce che ormai il Mezzogiorno è presente ampiamente nell'agenda del governo: «Al Sud - puntualizza Renzi - servono solo singoli interventi puntuali. Mezzo miliardo di contratti di sviluppo da firmare a settembre. Interventi specifici e monitorati caso per caso. È finito il tempo delle grande riflessioni filosofiche sul mezzogiorno: il Sud riparte solo se si sbloccano i cantieri fermi da anni. La salvezza per il meridione non arriva dall'alto, ma dall'impegno costante di tutti i giorni. Mi lasci dire che in queste ore siamo soddisfatti per Caserta, per Carinaro, come pure per Olbia, Modugno, Reggio Calabria e potrei continuare. Ma ciò che serve è dire al Sud: basta lamentazioni, ripartiamo. Dandoci tempi certi su tutto: dagli asili nido alla Napoli Bari. Dai viadotti Anas in Sicilia fino ai fondi europei per Pompei. E via dicendo». Nessun riferimento invece a Bagnoli, dove la bonifica e il rilancio dei suoli ex Ilva attendono da tempo la nomina del commissario governativo.
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