Operato al cuore a 13 anni con la colletta, la Regione non pagava l'intervento

Operato al cuore a 13 anni con la colletta, la Regione non pagava l'intervento
di Letizia Larici
Sabato 1 Novembre 2014, 12:04 - Ultimo agg. 12:06
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ANCONA - La Regione non paga l'intervento, bimbo straniero di 13 anni operato al cuore con una colletta. Staffetta della solidarietà per salvare la vita a Mohamad un ragazzino palestinese di 13 anni, affetto da Tetralogia di Fallot, una rara malformazione cardiaca congenita che, in assenza di interventi correttivi mirati, può determinare invalidità o portare alla morte.



Il ragazzino, in gravi condizioni di salute, è stato operato giovedì 23 ottobre a Torrette dall’equipe del primario di Cardiologia e Cardiochirurgia infantile Marco Pozzi grazie all’impegno umanitario ed economico delle Patronesse del Salesi e dell’associazione jesina “Un battito di Ali”, che hanno coperto i costi ospedalieri (ricovero, sala operatoria, assistenza e ospitalità) sborsando 21 mila euro.



L’operazione è perfettamente riuscita e ora Mohamad, già sottoposto a due interventi quando era piccolissimo al Bambin Gesù di Roma, può tornare a sorridere alla vita. Grande assente la Regione, duramente criticata dalle associazioni di volontariato e dallo stesso Pozzi. «Mohamad – spiega il presidente dell’associazione Patronesse Milena Fiore – doveva sottoporsi all’intervento in tempi brevissimi. Mi sono rivolta alla Regione per chiedere se si poteva accedere al fondo di 80 mila euro accantonato per finanziare le spese mediche degli extracomunitari. Ma mi sono sentita rispondere che bisognava seguire un iter burocratico lungo mesi e che non c’era certezza di ottenere la sovvenzione».



«Nel frattempo - prosegue la Fiore - Torrette ci aveva presentato un preventivo di 21 mila euro. Ho chiesto così all’Azienda se potevamo versare un acconto e pagare il resto dopo il responso di Palazzo Raffaello. Nulla da fare: se non saldate l’intera cifra niente intervento, la risposta dell’amministrazione ospedaliera. Noi però non ci siamo date per vinte e grazie anche al contributo del Rotary di Jesi e dell’associazione Spai abbiamo messo insieme il budget. Ma in futuro non potremo più permettercelo».



Rilancia Pozzi, che con la sua equipe ha operato Mohamad gratuitamente:«Potremmo operare bambini provenienti dall’estero – ha affermato il luminare - una volta a settimana ad un prezzo di gran lunga inferiore se si riuscisse ad inserire gli interventi tra quelli già programmati. Dispiace la latitanza della Regione, che ha accantonato solo 80 mila euro, visto l’impegno di altre regioni italiane sempre in prima linea». Mohamad, orfano di guerra che vive in un campo profughi vicino Beirut, ad Ancona con la mamma, verrà dimesso tra domani e lunedì.